“Io inciterò Egiziani contro Egiziani, combatteranno il fratello contro il fratello … Io darò l’Egitto in mano di un signore duro, un re crudele dominerà su di lui”, dice il Signore, Dio degli eserciti.
(Isaia 19:2, 4)
Le Scritture parlano con chiarezza dell’oracolo, o profezia, contro l’Egitto, che viene inserito nel medesimo contesto dell’oracolo contro Damasco che troviamo in Isaia 17: “Ecco, Damasco è tolta dal numero delle città e non sarà più che un ammasso di rovine” (Isaia 17:1).
Posta tra queste due profezie maggiori, concernenti la Siria e l’Egitto (Isaia 17 e 19), troviamo la strana profezia riguardante “il paese dalle ali strepitanti, oltre i fiumi dell’Etiopia, che invia messaggeri per mare … verso la nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida [cioè rasata], verso il popolo temuto fin nelle regioni lontane, nazione potente che calpesta tutto, il cui paese è solcato da fiumi” (Isaia 18:1-2). Abbiamo in precedenza discusso dell’identità di questo “popolo temuto fin nelle regioni lontane” e, in questa sede, sarà sufficiente ribadire che si tratta nient’altro che degli Stati Uniti d’America, che saranno come sempre decisi ad intervenire ed inserirsi, tramite i loro ambasciatori, all’interno di questi oracoli contro Siria ed Egitto, nel vano e sciocco tentativo di orchestrare un “accordo di pace” e giocare così un ruolo di intermediario di potere. Tuttavia, a dispetto delle sue discutibili intromissioni, questa grande nazione costituirà uno strumento nelle mani del Signore e un giorno porterà offerte a Dio: “In quel tempo offerte saranno portate al Signore degli eserciti … al luogo dov’è il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion” (Isaia 18:7). Ma ciò avverrà durante il Regno millenario, mentre nell’epoca corrente l’intento dell’America sarà ben più speculativo, con i suoi vuoti tentativi di porre rimedio al caos che fin da ora sta avendo luogo in Siria ed Egitto.
Consideriamo ora più da vicino quello che avviene nella scia dell’oracolo contro Damasco – profezia che ci anticipa quella che probabilmente sarà la più raccapricciante delle guerre mai avvenute in Medio Oriente – ossia l’oracolo contro l’Egitto:
Oracolo sull’Egitto.
Ecco, il Signore cavalca una nuvola leggera ed entra in Egitto; gli idoli d’Egitto tremano davanti a lui e all’Egitto si scioglie il cuore nel petto.
“Io inciterò Egiziani contro Egiziani, combatteranno il fratello contro il fratello, il vicino contro il vicino, città contro città, regno contro regno.”
(Isaia 19:1-2)
Per prima cosa sfatiamo nettamente la nozione, tristemente diffusa, che queste profezie riportate in Isaia 17, 18 e 19, siano meri annunci metaforici lanciati da un profeta arrabbiato e pieno di pregiudizi nazionalisti. No, Isaia si trova ad essere trasportato in spirito alla fine dei tempi, in modo da essere testimone del destino di questi regni e di questi popoli che, negli ultimi giorni, avranno rapporti molto stretti con Israele. I passi che vanno da Isaia 13 a 24 rappresentano dei giudizi molto precisi sopra queste nazioni, che avranno compimento effettivo alla fine dei tempi. Ad esempio, la profezia su Babilonia scritta in Isaia 13 si è compiuta solo in parte, ma non ancora del tutto:
Ecco, il giorno del Signore giunge: giorno crudele, d’indignazione e d’ira furente, che farà della terra un deserto e ne distruggerà i peccatori. Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non faranno più brillare la loro luce; il sole si oscurerà mentre sorge, la luna non farà più risplendere il suo chiarore. Io punirò il mondo per la sua malvagità e gli empi per la loro iniquità; farò cessare l’alterigia dei superbi e abbatterò l’arroganza dei tiranni. Renderò gli uomini più rari dell’oro fino, più rari dell’oro di Ofir. Perciò farò tremare i cieli, e la terra sarà scossa dal suo luogo per l’indignazione del Signore degli eserciti, nel giorno della sua ira furente.
(Isaia 13:9-13)
La terminologia usata da Isaia indica il vero “giorno del Signore”, che giungerà alla fine di quest’era e che si avvicina rapidamente. Perciò quando il profeta, al capitolo 14, parla della cacciata di Satana/Lucifero dal Paradiso, la sua descrizione costituisce una reminiscenza della coda del Dragone che trascina con sé un terzo delle stelle del cielo e le scaglia sulla terra, menzionata in Apocalisse 12:
Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell’aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo.” Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, nelle profondità della fossa! … Tutti i re delle nazioni, tutti quanti riposano gloriosi, ciascuno nella propria casa; ma tu sei stato gettato lontano dalla tua tomba come un rampollo abominevole coperto di uccisi trafitti con la spada, calati sotto i sassi della fossa, come un cadavere calpestato … a causa della iniquità dei loro padri! Che non si rialzino più a conquistare la terra, a riempire il mondo di città!
(Isaia 14:12-21)
Apparve ancora un altro segno nel cielo: ed ecco un gran Dragone rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi. La sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra.
E ci fu una battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il Dragone. Il Dragone e i suoi angeli combatterono, ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel cielo. Il gran Dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli … Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi! Guai a voi, o terra, o mare! Perché il Diavolo è sceso verso di voi con gran furore, sapendo di aver poco tempo.
(Apocalisse 12:3-4, 7-9, 12)
E subito dopo aver descritto la cacciata di Lucifero dai cieli e la fine delle sue incessanti accuse che, da Adamo, continuano fino a metà della settantesima settimana di Daniele, Isaia dichiara la distruzione finale di Babilonia:
“Io sorgerò contro di loro”, dice il Signore degli eserciti; “sterminerò di Babilonia il nome, i superstiti, la razza e la discendenza”, dice il Signore.
(Isaia 14:22)
Ma l’ira del Signore contro Babilonia viene già descritta nel capitolo precedente (Isaia 13), poiché Egli nutre contro la grande città una furia immensa, essendo essa “diventata ricettacolo di demoni, covo di ogni spirito immondo, rifugio di ogni uccello impuro e abominevole. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua prostituzione furente, e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti con gli eccessi del suo lusso … ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” (Isaia 18:2-3; 17:6).
Questo è il preciso contesto che ci interessa: Satana che viene gettato fuori dal Paradiso e sa di avere poco tempo per infliggere la sua furia sulla terra, che è già in piena crisi sotto l’impronta dell’Anticristo, durante la seconda metà della settantesima settimana di Daniele. E questa seconda metà sarà ben peggiore della prima, poiché il Diavolo ora è assai più adirato, così come lo fu al momento della crocifissione e dall’ascensione di Gesù.
Alla fine dei tempi, Siria ed Egitto rappresentano due terribili nemici che circondano Israele. E l’Egitto, pur avendo conosciuto l’Onnipotente Dio d’Israele nei tempi passati, come un cane che torna al suo vomito, calerà con le sue orde su Israele un’altra volta, cercando di ripetere ciò che avvenne al tempo di Mosè e Faraone. Anche ora l’Egitto mobiliterà, come fece a quel tempo, i suoi maghi e stregoni per incutere timore, ma invano:
Lo spirito che anima l’Egitto svanirà, io renderò vani i suoi disegni; quelli consulteranno gli idoli, gli incantatori, gli evocatori di spiriti e gli indovini.
(Isaia 19:3)
È come se, in occasione di questa nuova e disperata defezione dell’Egitto, le forze demoniache si siano levate in massa per sfruttare appieno l’ultima e più estrema risorsa del paese, con la mediazione del nemico: la magia e la stregoneria.
La magia, o “scienza dell’occulto” è, in senso ampio, il tentativo di influenzare le persone e gli eventi ricorrendo a poteri soprannaturali. La parola “magia” deriva da Magi, una casta di sacerdoti della Media (antica provincia persiana) la cui funzione è stata da sempre associata all’impiego di questo mezzo. Costoro ritenevano di essere mediatori tra dèi e uomini, praticavano sacrifici, supervisionavano la gestione dei defunti, interpretavano sogni, segni e fenomeni celesti, e predicevano il futuro. Il termine “magia” entrò nel mondo greco, e poi in quello romano, tramite la Persia. Nel tempo acquisì un’accezione sempre più negativa, portata ad un grado di negatività ancora più alto dalla diffusione del termine “stregoneria”.
Tradizionalmente, vengono distinti due “tipi” di magia, quella “bianca” e quella “nera”. La prima comprende tutte le pratiche che si basano sull’evocazione del Diavolo o delle forze demoniache, e presuppone che le forze del male si lascino manipolare dagli uomini. La magia “bianca”, d’altro canto, presuppone l’esistenza di cosiddette “forze del bene”, tramite le quali si possono realizzare intenti benevoli e spezzare incantesimi di magia nera. L’antropologo James Frazer scrive che la magia è “una specie di logica selvaggia, un ragionamento elementare basato su somiglianze, contrasti e contiguità” (Il ramo d’oro I, 61). Per questo, la magia viene spesso paragonata alle procedure sistematiche della scienza.
In Egitto, la magia è sempre stata un elemento presente e prominente. Veniva insegnata nelle scuole templari (la “Casa della Vita”) e vi erano sacerdozi espressamente votati a tale arte dell’incanto e della divinazione, sotto il patrocinio delle divinità locali. La pratica magica era estesa anche ai defunti, che necessitavano di un equipaggiamento soprannaturale particolare per essere preservati nella vita successiva. Il testo sapienziale intitolato L’insegnamento per Merikara, faraone della X dinastia, risalente all’incirca al 2150 a.C., mostra come nell’antico Egitto la magia e la medicina fossero strettamente collegate. L’interpretazione dei sogni veniva considerata un’arte molto sofisticata e i maghi egizi erano rinomati in tale campo, come pure nell’esecuzione di prodigi, tanto che già nel terzo millennio a.C. troviamo prove di tali fenomeni, registrati in testi come quello de I racconti del papiro Westcar, redatto nell’epoca della XVI dinastia.
Nella mitologia egizia, la magia veniva personificata in una divinità chiamata Heka, nome che equivale proprio a “magia”. Molte religioni antiche, come quella egizia, ritenevano che la creazione fosse animata e si fosse formata attraverso una forza motrice, cioè la magia stessa. Tale forza, dunque, era ben più antica, e perciò più potente, di tutti gli déi, e rappresentava anche il mezzo per acquisire la conoscenza del mondo circostante e avere potere su di esso. Dèi, demoni e defunti, potevano essere evocati, persuasi o anche minacciati, in modo che fornissero il loro aiuto per far sì che le persone potessero realizzare i loro desideri.
Il pensiero magico egizio ha continuato nel tempo ad influenzare l’Europa. Thot, dio della saggezza e della sapienza, fu assimilato al greco Ermete Trismegisto, che gli ermetici ritenevano fosse fondatore della loro filosofia e autore della raccolta di 42 libri di magia nota come Corpus Hermeticum. Anche il culto della dea egizia Iside si diffuse in tutto il mondo romano. Di essa, la stele di Metternich (IV sec. a.C.) riporta una precisa descrizione: “Io sono Iside, la grande dea, la signora della magia, potente negli incantesimi.”
Nell’acquisire poteri magici, invocare potenze sovrannaturali, praticare incantesimi e prodigi, i fautori di tali pratiche occulte hanno continuato ad esistere nei secoli, attendendo il “momento magico” in cui l’Egitto risalirà dall’abisso mettendo in mostra i suoi stregoni ed incantatori. E quel giorno non è lontano.
di Doug Krieger © the Tribulation Network – Edizione italiana a cura di Sequenza Profetica
http://www.sequenzaprofetica.org/2013/08/oracolo-sullegitto/
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