Saturday, 21 May 2011

Tre guerre profetiche (II parte)

 

di Doug Krieger

Il ruolo dell’America

Dov’è, in tutto questo caos, il “paese dalle ali strepitanti”?

Francamente, l’alleanza strategica tra Stati Uniti e Israele è più che mai viva è vegeta. Nonostante questa complicata relazione tra i due paesi, essi si ritrovano a fronteggiare un nemico comune. A dispetto della profonda somiglianza dei loro rispettivi interessi (militari, economici, religiosi e sociali), non c’è mai stata una vera formalizzazione di un “patto di difesa” in cui, se Israele venisse attaccato, gli Stati Uniti lo considererebbero un attacco a loro danno. Ma il giorno in cui questo accadrà si sta avvicinando.

La chiarezza biblica sulla sicurezza della protezione di un’altra nazione a vantaggio di Israele è il fuoco che illuminerà il capitolo finale della storia umana come noi la conosciamo. Il ruolo dell’America, a questo punto degli eventi, sembra essere sia di collaborazione che di interferenza. Comunque, dopo l’Oracolo di Damasco, in base al testo di Isaia 18, ci sarà una nazione con un popolo che sarà interamente impegnato in un grande sforzo diplomatico, una terra “oltre i fiumi dell’Etiopia” (Isaia 18:1).

Ogni anglo-giudeo è stato imbevuto fin da bambino delle idee che mirano a dimostrare che i popoli dell’Europa occidentale, specie quelli anglosassoni, sarebbero originariamente connessi al popolo disperso di Israele. Non è di questo che voglio discutere, anzi, credo che gli Stati Uniti d’America, che sono artefici di una politica così aggressiva contro Israele, non sono certo idonei ad essere definiti “tribù disperse d’Israele”.

I loro messaggeri viaggiano per mare su navi che arrivano “oltre” i fiumi dell’Etiopia, e con il termine “oltre” ci si riferisce ad una terra che nei tempi antichi era ritenuta al di là dell’immediato ambiente profetico del mondo conosciuto.

“Andate, veloci messaggeri, verso la nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida, verso il popolo temuto fin nelle regioni lontane, nazione potente che calpesta tutto, il cui paese è solcato da fiumi!” (Isaia 18:2).

Ray Stedman è sulla strada giusta ma è confuso riguardo a chi stipula il patto

L’immagine degli americani come popolo alto di statura e senza barba potrebbe essere anche discutibile, tuttavia c’è una veridicità inconfutabile nella profetica descrizione di “popolo temuto fin nelle regioni lontane, nazione potente che calpesta tutto”, come allusione agli Stati Uniti, anche perché la trovo azzardata come descrizione di Israele stesso. In più la frase “il cui paese è solcato da fiumi”, rafforza la prova di quale sia questa “terra misteriosa”. Personalmente sono persuaso, dal commento di un autore come Ray Stedman su questo passaggio, che egli ricercasse un significato più profondo nel testo – tenendo presente che io stesso continuo a ritenere che l’ultima potenza mondiale dei gentili, a cui si allude qui in Isaia 18, possa senz’altro essere l’America. Ma lasciamo che sia lo stesso autore a darci le sue conclusioni su questa “terra misteriosa”.

“Alcuni dicono che il ‘paese dalle ali strepitanti’ sia un riferimento all’aquila americana, simbolo degli Stati Uniti. È anche descritta come una ‘nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida [cioè con persone senza barba] […] il cui paese è solcato da fiumi’. Questi interpreti dicono che, poiché Isaia non conosceva il mondo occidentale, egli poteva descriverlo solo come ‘paese oltre i fiumi dell’Etiopia’, cioè ad occidente dell’Etiopia, riferimento al nuovo mondo, ovvero, con ogni probabilità gli Stati Uniti. Questo illustra la facilità con cui queste profezie possono essere utilizzate e applicate in modo arbitrario.

“In realtà, come ho detto altre volte, l’ebraico è una lingua difficile da tradurre perché molte parole ebraiche possono avere vari significati. Un’attenta comparazione delle parole che sono usate qui con le stesse parole usate però in altri contesti dell’Antico Testamento, dà per risultato una traduzione completamente diversa.

“Innanzi tutto la parola tradotta con ‘Etiopia’ è Cush, nome antico del paese. Il problema però è che ci sono due Cush nella Bibbia. Una è in Africa, che è stata identificata con l’Etiopia, in cui il grande fiume è rappresentato dal Nilo. C’era poi un’altra Cush in Asia, a nord della Palestina, nella zona delle sorgenti dell’Eufrate. Questa Cush sarebbe da identificarsi con l’Assiria e il grande fiume che la interessa sarebbe l’Eufrate. Perciò questo ‘paese dalle ali strepitanti’ che si trova ‘oltre i fiumi di Cush’ (il Nilo da una parte e l’Eufrate dall’altra), potrebbe essere un paese che, in qualche modo, influenza un’altra nazione.

“Adottando la traduzione, l’area del globo a cui ci si riferisce sarebbe la potenza mondiale dei gentili. Essa sarà ‘oscurata’ da un patto, un trattato di protezione con una nazione che è descritta come ‘dall’alta statura e dalla pelle lucida’. ‘Un popolo temuto fin dal suo principio’ è una traduzione migliore di questa frase, come pure ‘una nazione sotto la linea’, letteralmente sotto il giudizio di Dio. Una nazione, dunque, disciplinata e castigata da Dio, ‘il cui paese i fiumi [il Nilo e l’Eufrate] si dividono’ tra loro.

“Storicamente questo descrive il paese di Israele. Intrappolato tra le grandi superpotenze di quest’epoca, i cui eserciti spesso lo incrociano, questo stato è stato sempre diviso tra queste grandi nazioni. Ma negli ultimi tempi sarà stipulato un patto, di cui leggiamo nel libro di Daniele, tra lui e le grandi nazioni dei gentili di quel giorno. Il risultato sarà un’invasione, descritta da Ezechiele, proveniente dal nord che sfocerà nella distruzione delle grandi potenze mondiali (che Ezechiele chiama Gog e Magog) sui monti di Israele. C’è un riferimento a questi fatti nel versetto 6 di Isaia 18:

‘Gli Assiri saranno tutti assieme

abbandonati agli uccelli rapaci dei monti
e alle bestie della terra:
gli uccelli rapaci passeranno l’estate sui loro cadaveri
e le bestie della terra vi passeranno l’inverno’ (Isaia 18:6).

“Ma le ultime parole dicono che ci sarà una restaurazione finale:

‘In quel tempo, offerte saranno portate al Signore degli eserciti
dalla nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida,
dal popolo temuto fin nelle regioni lontane,
dalla nazione potente che calpesta tutto,
il cui paese è solcato da fiumi:
saranno portate al luogo dov’è il nome del Signore degli eserciti,
sul monte Sion’ (Isaia 18:7).

“Di nuovo, questo è un quadro della restaurazione di Israele nella sua terra e del tributo delle nazioni dei gentili”. (tratto da: Past. Ray C. Stedman, Why Do the Nations Rage?, pbc Library)

L’interpretazione di Stedman è un po’ distorta, anche un po’ confusa. Come è possibile che gli ebrei dell’antichità fossero alti, sbarbati e temuti fin dall’origine? Inoltre, se questo del brano deve essere un “paese solcato [diviso] da fiumi” in cui i fiumi indicano delle nazioni (il Nilo l’Egitto e l’Eufrate l’Assiria), allora questi (le grandi nazioni) dovrebbero, nell’analisi di Stedman, “dividersi” il paese di Israele. Poi egli salta subito alle nazioni (o “la nazione”) degli ultimi tempi, dicendo che “negli ultimi tempi sarà stipulato un patto di cui leggiamo nel libro di Daniele [forse Stedman si riferisce a Daniele 9:27, un “patto con molti, per una settimana”], tra lui [Israele]e le grandi nazioni dei gentili di quel giorno”.

Egli infine conclude che “il risultato sarà un’invasione, descritta da Ezechiele, proveniente dal nord che sfocerà nella distruzione delle grandi potenze mondiali (che Ezechiele chiama Gog e Magog) sui monti di Israele”. Io non nego che la conclusione di Isaia 17:12-14 sembri alludere alle conseguenze dell’Oracolo di Damasco in cui “le nazioni rumoreggiano come rumoreggiano le grandi acque. Ma Egli le minaccia, ed esse fuggono lontano”. Questo fissa definitivamente la guerra Gog-Magog come successiva all’Oracolo di Damasco.

Detto ciò, sembra comunque che il fratello Stedman sia incerto sulla “terra misteriosa”. Io sono d’accordo sul fatto che abbiamo a che fare con una potenza (non “potenze”) mondiale dei gentili, ma l’analisi di Stedman su come localizzare questo mistero profetico è un po’ sopra le righe. Stedman ha confuso l’Oracolo di Damasco con la guerra Gog-Magog e ha in qualche modo mischiato le cose dicendo che le “grandi nazioni dei gentili di quel giorno” (cioè Egitto/Nilo e Assiria/Eufrate) partecipano a questo “patto” con Israele. Ma Daniele 9:27 è un accordo che viene imposto ad Israele nella forma di un trattato di difesa orchestrato dal “principe che viene”, cioè l’Anticristo. È lui dunque che realizza una simile imposizione, e Isaia conferma che questo sarà “un patto con la morte e con lo Sheol (il soggiorno dei morti)” (Isaia 28:15, 18). Questo patto sarà stipulato tra il “principe che viene” (l’Anticristo) e i “molti” (la maggioranza di Israele): non è dunque un patto tra un gruppo di nazioni dei gentili e Israele (cioè tra Gog-Magog e Israele), ma l’imposizione di un virtuale e unilaterale patto di difesa tra l’Anticristo e Israele, il quale accidentalmente o di proposito proteggerà Israele da Gog-Magog.

Inutile dirlo, siamo d’accordo con Stedman nel ritenere che Israele sarà coinvolto in questo inganno, cioè nel “patto di difesa”, negli ultimi tempi, ma con chi? Le conseguenze di Isaia 18 sono un diretto risultato della guerra precedentemente menzionata nel capitolo 17: l’Oracolo di Damasco. È quest’ultima guerra infatti che genererà una forsennata attività diplomatica che cercherà invano di evitare Gog-Magog o assicurare ad Israele che se verrà attaccato sarà come attaccare l’Anticristo. Stedman dice il giusto nel riconoscere Gog-Magog nel testo che egli cita, ma questa “terra misteriosa” non è Israele, schiacciato tra Egitto e Assiria (i suoi due fiumi), ma decisamente una potenza mondiale dei gentili, separata e indipendente da Israele che prenderà al volo l’opportunità di operare affari diplomatici su larga scala, in seguito all’Oracolo di Damasco, giungendo al temuto trattato di difesa, o “patto”, menzionato in Daniele 9:27 e Isaia 28:15 e 18.

L’analisi di Stedman si fa nebulosa non nella localizzazione temporale di Gog-Magog (cioè dopo che sarà stipulato il “patto” con i molti o dopo l’inizio della settantesima settimana di Daniele), ma nell’individuazione dei partecipanti al patto. Stedman dice che sarà stipulato “un patto, di cui leggiamo nel libro di Daniele, tra lui e le grandi nazioni dei gentili di quel giorno. Il risultato sarà un’invasione, descritta da Ezechiele, proveniente dal nord che sfocerà nella distruzione delle grandi potenze mondiali (che Ezechiele chiama Gog e Magog) sui monti di Israele”. Sembra che il patto di cui parla Stedman sia un accordo non tra l’Anticristo e Israele ma tra quelle stesse “grandi nazioni dei gentili” che poi invaderanno Israele (sarà dunque una “infrazione” del trattato?) dal nord (Gog e Magog). No, il trattato di difesa non sarà stipulato, come dice Stedman, tra “le grandi nazioni dei gentili” (Egitto/Nilo/Re del Mezzogiorno e Assiria/Eufrate/Re del Settentrione) e Israele, ma tra Israele e l’Anticristo, che si unirà ad Israele contro queste stesse “grandi nazioni dei gentili”. Questa protezione sarà formalizzata dal “patto con la morte e lo Sheol” dell’Anticristo.

Gog e Magog (Re del Settentrione e Re del Mezzogiorno), attaccano Israele in Ezechiele e l’Anticristo in Daniele 11:40-43, quindi è illogico ritenere che Gog-Magog e altre nazioni stipulino un simile patto con Israele per poi rivolgersi contro di lui; nulla di simile è riportato nelle Scritture. Laddove si stipulasse un accordo del genere tra Anticristo e Israele, esso causerebbe dell’antagonismo tra il gruppo di nazioni e principati rappresentato in Ezechiele 38-39 (Gog-Magog che attaccano Israele) e Daniele 11:40-43 (Re del Settentrione e Re del Mezzogiorno che attaccano l’Anticristo).

Stedman è nel giusto ad affermare che “questo è un quadro della restaurazione di Israele nella sua terra e del tributo delle nazioni dei gentili”, ma come può questo tributo (Isaia 18:7) essere fatto da quelle stesse “nazioni dall’alta statura e dalla pelle lucida, dal popolo temuto fin nelle regioni lontane, dalla nazione potente che calpesta tutto, il cui paese è solcato da fiumi” (secondo Stedman, dunque, Israele è questa “terra misteriosa” che tenta delle estreme manovre diplomatiche e alla fine si sottomette all’ordine divino; essa manda i suoi emissari a cercare un accordo di pace con le “nazioni-fiumi” di Nilo ed Eufrate solo per poi vedersele rivoltate contro come Gog-Magog)? Il problema vero è che Stedman omette totalmente il ruolo della figura che orchestra il patto: non l’Egitto, l’Assiria o “le potenze mondiali dei gentili”, ma l’Anticristo che impone il suo patto ad Israele. Il “paese solcato da fiumi” non è Israele ma la nazione dei gentili la cui terra è realmente “solcata da fiumi”: essi dividono la nazione dei gentili, terribili fin dalle origini.

Stiamo parlando, si badi bene, di quella stessa potenza mondiale che porterà offerte “al Signore degli eserciti” nella restaurazione millenaria. Questa nazione dei gentili è descritta come “dall’alta statura e dalla pelle lucida”, ecc. D’altro canto, Stadman sostiene che la terra (Israele) divisa dai fiumi (i gentili) sia Israele stesso; ora, tutte le altre descrizioni si possono anche riferire ad Israele, ma certo non “nazione dei gentili”. Stedman dunque ritiene che il “paese dalle ali strepitanti” sia un gruppo di nazioni di gentili che dovrebbero essere “oscurati da un patto, un trattato di protezione con una nazione (Israele) che è descritta come ‘dall’alta statura e dalla pelle lucida’”. L’interpretazione di Stedman è contorta. Il “paese dalle ali strepitanti” sarebbe, secondo lui, la terra “oltre i fiumi dell’Etiopia (Cush)”, ed è questa terra (Israele) che “invia messaggeri (israeliani) per mare” verso “le nazioni dalle ali strepitanti dei gentili”; esse a loro volta farebbero un trattato con Israele per poi più tardi infrangerlo. Si conclude poi che queste nazioni altro non sarebbero che Gog e Magog che sarebbero menzionate in Daniele come stipulanti un patto con Israele. “La verità è la fuori”, ma non nell’interpretazione di Stedman, ed io ritengo di essere stato onesto in questa analisi.

La terra misteriosa

A questo punto sarebbe il caso di riassumere i miei precedenti tentativi di fare luce sulla “terra misteriosa” (da: Doug Krieger, Road to Damascus).

Dopo che Isaia ha reso noti i fatti su Cush, egli descrive un popolo, o una nazione, senza nome come una sorta di indovinello, con dati che ci aiutano a capire quale possa essere:

“Andate, veloci messaggeri, verso la nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida, verso il popolo temuto fin nelle regioni lontane, nazione potente che calpesta tutto, il cui paese è solcato da fiumi!” (Isaia 18:2)

Qui vediamo che Cush si prepara a saldare senza dubbio una qualche forma di pace con questa terra misteriosa, come membro delle nazioni confederate del meridione, allineate con Gog.

Il testo masoretico ci fa un’analisi ancor più dettagliata di questa terra/nazione misteriosa:

“[…] una nazione guidata dalla volontà di qualcun altro, senza pelo, un popolo temuto dall’interno e dall’esterno, una nazione che misura i suoi confini e soggioga, la cui terra è invasa dai fiumi” (Isaia 18:2 – Testo Masoretico Ebraico, tratto in inglese da: Bushell, Michael S., Bible Works for Windows. Big Fork, Montana: Hermeneutica Software, 1996).

Possiamo così ricavare come questa nazione senza nome, questa terra misteriosa, sia descritta:

1. Una nazione la cui volontà è stata forzata

Questa strana ed insolita descrizione va oltre la superficiale caratterizzazione. Prima di tutto, si tratta di una nazione, una che forse ha dato a Cush motivo di temere per la propria incondizionata sovranità.

È una nazione che, al tempo di questa descrizione, ha perso la sua libertà ed è, in qualche modo, “guidata dalla volontà di qualcun altro”. Noi affermiamo che questa “volontà” altro non sia che l’Anticristo:

“Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura delle loro ribellioni, sorgerà un re dall’aspetto feroce, ed esperto in intrighi. Il suo potere si rafforzerà, ma non per la sua propria forza. Egli sarà causa di rovine inaudite, prospererà nelle sue imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi” (Daniele 8:23-24).

La forza della sua volontà porterà molti allo smarrimento: “A motivo della sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani; il suo cuore si inorgoglirà; distruggerà molte persone che si credevano al sicuro. Si ergerà pure contro il principe dei principi” (Daniele 8:25a).

Come ricorda subito la volontà malvagia di colui che è nominato in Isaia 14:12-14:

“Come mai sei caduto dal cielo,
astro mattutino, figlio dell’aurora?
Come mai sei atterrato,
tu che calpestavi le nazioni?
Tu dicevi in cuor tuo: «Io salirò in cielo,
innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio;
mi siederò sul monte dell’assemblea,
nella parte estrema del settentrione;
salirò sulle sommità delle nubi,
sarò simile all’Altissimo»”.

Di certo la volontà di questa nazione, in questa descrizione, è stata usurpata da questo perfido personaggio le cui trame sono ben note. Finalmente possiamo dare a questo versetto il giusto peso:

“Il re agirà a suo piacimento [di sua volontà], s’innalzerà, si esalterà al di sopra di ogni dio e pronuncerà parole inaudite contro il Dio degli dèi; prospererà finché non sia finita l’ira, poiché ciò che è stato deciso si compirà” (Daniele 11:36).

2. Un popolo senza pelo (barba)

Questa descrizione deriva dalla parola ebraica morat e significa, appunto, “liscio”, “senza barba”. Da ciò concludiamo che questo popolo abbia volutamente rimosso i suoi peli superflui dal corpo e dal viso. La pratica della rasatura è presente fin dall’antichità, però, nell’era moderna, sono gli Stati Uniti che vantano la creazione della prima scuola ufficiale di Rasatura (1893) e tutt’oggi si considerano la nazione meglio rasata del mondo. Questo costume è largamente premiato e, soprattutto, obbligatorio per le forze armate statunitensi. Certo, gli antichi egizi erano rasati, ma di sicuro gli antichi israeliti no. Dalla “barba di Aronne” alla “chioma di Sansone” gli israeliti non sono di certo la nazione misteriosa di Stedman.

3. Il terzo dato riguardo all’identità di questa nazione si trova nella frase: “temuto dall’interno e dall’esterno”

Anche se appare, dal testo ebraico, che questo popolo potrebbe “temere il suo stesso governo”, è abbastanza verosimile che si tratti una nazione temuta in tutto il mondo e, come tale, deve trattarsi di una potenza mondiale di prim’ordine. Senza dubbio le persone “al suo interno” ne hanno timore da un lato, ma dall’altro tutti quelli “al suo esterno” sono allo stesso modo terrorizzati dal governo e dal popolo di questa nazione.

Vengono in mente questi versetti sul potere dell’Anticristo:

“Sorgerà un re dall’aspetto feroce […] Egli sarà causa di rovine inaudite […] E adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?»” (Daniele 8:23-24; Apocalisse 13:4).

4. “Una nazione che misura i suoi confini e soggioga”.

Raramente nella storia dell’umanità c’è stata una nazione emergente che ha misurato le terre conquistate e poi soggiogato i loro popoli nativi come ha fatto la nazione americana! In realtà la tecnica del rilievo su larga scala è stata letteralmente inventata dagli Stati Uniti. E per quanto riguarda i popoli soggiogati, la tragica storia americana non ha confronti con quella di altre nazioni.

5. “La cui terra è invasa dai fiumi”

Questa frase viene dalla parola ebraica bazu che, stranamente, si trova solo in questo passo della Bibbia. La sua forma nominale è baz (che significa “invasione”), da cui la traduzione “invasa”. Sembra che questa terra sia, dunque, allagata dai suoi stessi fiumi e questo allagamento deve essere molto esteso.

La leggendaria divisione degli Stati Uniti in base alle sue formidabili correnti è nota in tutto il mondo e lo scorrere incessante di quelle acque è senza precedenti, soprattutto per via delle molte città sorte sulle sponde dei fiumi americani, le quali sono costantemente esposte alla furia delle loro correnti.

Abbiamo un verdetto!

La “terra del mistero” è dunque Israele o “la potenza mondiale dei gentili”, come dice Stedman? Io credo, sulla base di fatti che convincono non solo me ma molti altri autori, che la descrizione che Isaia fa di questa nazione e popolo della fine dei tempi sia riferita non ad altri che agli Stati Uniti d’America. Non ad Israele, non all’antica Assiria o all’Egitto, e di certo non a Cush (Etiopia o Assiria).

Essa rimane volutamente anonima. Perché? Perché al tempo di Isaia essa non esisteva nemmeno, perciò ne viene data solo la particolare descrizione.

Una nazione, e una nazione sola, può generare il timore di tutte le altre nazioni del mondo. Nel momento in cui parliamo la volontà di quel popolo viene usurpata. Ciecamente esso segue i suoi capi fino a quando tutta la sua volontà non è sottoposta al loro comando. Sono un popolo bellico i cui soldati sbarbati si adattano all’ideologia militare di stato. Essi sono la sola superpotenza di oggi la cui terra è stata rilevata e le sue popolazioni native soggiogate. I suoi fiumi hanno spesso causato enormi allagamenti, ma con la loro estrema volontà essi hanno superato le avversità.

Ascoltate ora, e realizzate chi è questa nazione:

“Voi tutti, abitanti del mondo, voi tutti che abitate sulla terra, quando il vessillo [di questa nazione] sarà issato sui monti, guardate! Quando la tromba suonerà, ascoltate!” (Isaia 18:3).

La transizione in Isaia 17 è ora completa. Damasco è distrutta e Gog e Magog si alleano contro di “lui” alla fine del capitolo. Ma questa temuta e pericolosa nazione, e il suo straordinario e terribile capo, sconfiggerà la potente Gog e la sua alleata Magog (coloro che abitano “la terra di Magog”).

E come distruggerà Lui i suoi nemici che hanno azzardato un così grande attacco? Daniele 11:40-45 descrive la sua tattica. In questa fase, i nemici di Israele vengono sconfitti e “in quel tempo, offerte saranno portate al Signore degli eserciti dalla nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida, dal popolo temuto fin nelle regioni lontane, dalla nazione potente che calpesta tutto, il cui paese è solcato da fiumi: saranno portate al luogo dov’è il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion” (Isaia 18:7).

Questo finale, questa conclusione di Isaia 17 e 18, è davvero notevole, o no? Inserita all’interno di queste misteriose e strane descrizioni si trova posta la raffigurazione ultima che amplifica l’onnipotente Sovranità che governa su tutte le cose terrene e celesti. Potremo noi essere testimoni della sorte finale che il Signore riserverà al Suo nemico? Assolutamente!

Questa “nazione potente e che calpesta”, questo regno che sarà “diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà” (Daniele 7:23), sarà anch’esso utilizzato dall’Onnipotente per il Suo piano.

Le tre guerre in Isaia 17-18.

Il ruolo dell’America, prima potenza mondiale dei gentili, sembra dunque inequivocabile. Essa sarà spinta ad un enorme sforzo diplomatico alla fine dell’Oracolo di Damasco. Nel capitolo 6 dell’Apocalisse, l’Anticristo è descritto come cavalcante un cavallo bianco con un arco, ma senza frecce, ad indicare la sua capacità di “conquistare con la pace”.

Ma Isaia 17-18 va oltre l’Oracolo di Damasco e oltre Gog-Magog, raggiungendo la battaglia di Armageddon. La conclusione di Isaia 18 può, senz’altro, essere paragonata a quella di Ezechiele 39 e Apocalisse 19, in relazione ad Armageddon, lasciando ben pochi dubbi sulla battaglia finale, ora che sia l’Oracolo di Damasco che Gog-Magog non sono più in vista. Nonostante ciò Stedman dice: “questo è un quadro della restaurazione di Israele nella sua terra e del tributo delle nazioni dei gentili”.

Isaia 18:6-7: “Gli Assiri saranno tutti assieme abbandonati agli uccelli rapaci dei monti e alle bestie della terra: gli uccelli rapaci passeranno l’estate sui loro cadaveri e le bestie della terra vi passeranno l’inverno [Armageddon]. In quel tempo, offerte saranno portate al Signore degli eserciti dalla nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida [immaginiamo ora questa nazione terribile venire a Gerusalemme in millenaria sottomissione, n.d.a.], dal popolo temuto fin nelle regioni lontane, dalla nazione potente che calpesta tutto, il cui paese è solcato da fiumi: saranno portate al luogo dov’è il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion”.

Ezechiele 39:17-20: “Tu, figlio d’uomo, così parla il Signore, Dio: «Di’ agli uccelli d’ogni specie e a tutte le bestie dei campi: ‘Riunitevi, venite! Raccoglietevi da tutte le parti attorno al banchetto del sacrificio che sto per immolare per voi, del gran sacrificio sui monti d’Israele! Voi mangerete carne e berrete sangue. Mangerete carne di prodi e berrete sangue di principi della terra: montoni, agnelli, capri, tori, tutti quanti ingrassati in Basan. Mangerete grasso a sazietà, berrete sangue fino a inebriarvi, al banchetto del sacrificio che io immolerò per voi; alla mia mensa sarete saziati di carne di cavalli e di bestie da tiro, di prodi e di guerrieri d’ogni razza’», dice il Signore, Dio”. (Ezechiele 39:21-29 rivela la beatitudine millenaria di Israele, n.d.a.)

Apocalisse 19:17-21: “Poi vidi un angelo che stava in piedi nel sole. Egli gridò a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: «Venite! Radunatevi per il gran banchetto di Dio; per mangiare carne di re, di capitani, di prodi, di cavalli e di cavalieri, di uomini d’ogni sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi». E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito. Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Il rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che era sul cavallo, e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni”. (Immediatamente dopo Apocalisse 20:1-6)

Questi passi paralleli confermano la presenza di Armageddon alla fine di Isaia 18: in perfetta sequenza troviamo l’Oracolo di Damasco (Isaia 17:1-11); la guerra Gog-Magog (Isaia 17:12-14 e Isaia 18:1-2); e la battaglia di Armageddon (Isaia 18:3-6); infine troviamo il Millennio e il Regno del Figlio di Davide (Isaia 18:7).

Protagonisti delle guerre.

Forse la più convincente individuazione dei paesi coinvolti nelle guerre si trova nel gruppo di nazioni di cui parlano le Scritture, specialmente riguardo ai primi due conflitti: l’Oracolo di Damasco e Gog-Magog.

Aiutiamoci con la schema seguente:

Oracolo di Damasco:

Paesi confinanti con Israele

Guerra Gog-Magog:

Paesi a nord e a sud di Israele

Battaglia di Armageddon:

Tutte le nazioni della terra

Siria (Damasco)

Paese di Adrac

Amat

(Isaia 17:1-3)

(Zaccaria 9:1-2a)

“Popoli numerosi” (Isaia 17:12-13)

“Le nazioni”

(Ezechiele 39:7)

“Voi tutti, abitanti del mondo, voi tutti che abitate sulla terra”

(Isaia 18:3)

PA (Autorità Palestinese): “La fortezza di Efraim”

(Isaia 17:3)

La “terra misteriosa”

(Isaia 18:1-2)

“Il banchetto del sacrificio”

“Il gran banchetto di Dio”

(Ezechiele 39:17-20)

(Apocalisse 19:17)

Libano: Tiro e Sidone (Hezbollah)

(Zaccaria 9:2b-3)

Principati: “Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mesec e di Tubal”

(Ezechiele 38:2-3)

(Ezechiele 38:14-16,18)

(Ezechiele 39:1, 6, 11-16)

Le nazioni

I gentili (in generale)

La casa d’Israele

(Ezechiele 39:21-23)

Gaza (Hamas)

Ecron, Ascalon, Asdod, “l’orgoglio dei Filistei”, una razza mista

(Zaccaria 9:5-7)

Persia (Iran), Etiopia (Cush) e Libia

Ezechiele 38:5

(Daniele 11:43)

L’oriente

(Daniele 11:44)

“Gomer, casa di Togarma”

(Ezechiele 38:6)

Il settentrione

(Daniele 11:44)

“Seba, Dedan, i mercanti di Tarsis”

(Ezechiele 38:13)

“Egli”, cioè l’Anticristo/il “re potente”

(Daniele 11:44-45)

Israele, la nazione gloriosa

(Ezechiele 38:8, 11-12, 14, 16-19; 39:7)

(Daniele 11:41)

“Tutte le nazioni”, “le nazioni”

(Gioele 3:2, 9-13)

(Apocalisse 19:15)

Edom, Moab e Ammon (sfuggono all’Anticristo)

(Daniele 11:41)

Gli esiliati di Giuda e Gerusalemme, i “figli d’Israele”

(Gioele 3:1-16)

Egitto

(Daniele 11:40)

La “moltitudine”

(Gioele 3:14)

“Re del Settentrione”

“Re del Mezzogiorno”

(Daniele 11:40)

I re dell’oriente

(Apocalisse 16:12)

“Egli”, cioè l’Anticristo/il “re potente”

(Daniele 11:40-43)

Il Dragone, la Bestia e il Falso Profeta

(Apocalisse 16:13)

(Apocalisse 19:19-20)

I re della terra e i loro eserciti da tutto il mondo

(Apocalisse 16:14)

(Apocalisse 19:19)

“I re, i capitani, i prodi”, “uomini d’ogni sorta, liberi e schiavi, piccoli e grandi”

(Apocalisse 19:18)

Ulteriori considerazioni.

Mentre parliamo, è già iniziato l’attacco al suolo israeliano (3-4 gennaio 2009). È questa la luce accesa sulla settantesima e ultima parte del conflitto arabo-israeliano. L’Oracolo di Damasco? No. In sostanza l’infrazione di Gaza non è l’Oracolo, ma di certo può fare da scintilla per lui. Quando l’Hezbollah inizierà la sua identificazione nazionale o una “mina vagante” sarà lanciata dal sud del Libano dai palestinesi … ogni tipo di evento potrebbe “innescare” il conflitto.

Lo scoppio e la conclusione dell’Oracolo di Damasco si tradurrà in una maggiore “lotta per la pace” e in un “revival spirituale” tra le persone intorno ad Israele (la terra biblicamente promessa, Eretz Israel). L’iniziativa di pace sarà sfruttata dal governo della “terra misteriosa” di Isaia 18 (che noi affermiamo essere il mediatore per conto della potenza maggiore d’occidente, ovvero il “re potente” di Daniele 7:7-8, 11, 24-25; 8:9-12, 23-25; 9:26-27; 11:22-45). Il sionismo secolare, come ideologia di vita, sembrerà essere schiacciato (Isaia 17:4). Questo vuoto porterà al fervente desiderio, da parte degli ebrei religiosi, di iniziare la letterale ricostruzione del Terzo Tempio, ora che i suoi regni confinanti sono stati ridotti al silenzio.

Questo, dal canto suo, infiammerà il desiderio dei fino ad allora lontani e belligeranti stati e popoli, inclusi l’Egitto, la Libia (antica Put) e il Sudan (antica Etiopia o Cush meridionale, non la settentrionale “Cush/Eufrate dell’antica Assiria”, come molti ritengono), o Re del Mezzogiorno, insieme al Re del Settentrione, sotto l’egida di Gog e dei suoi alleati (nel paese di Magog). Il Re del Settentrione è costituito non solo da principati spirituali – “Gog, principe sovrano (Rosh) di Mesec e di Tubal” – ma di popoli e nazioni, come ad esempio la Persia (Iran). Insieme a “Gomer e tutte le sue schiere, la casa di Togarma dell’estremità del settentrione e tutte le sue schiere” (entrambe localizzate nella moderna Turchia, Ezechiele 38:6), come in una mostruosa tenaglia, Gog discenderà e si ergerà su Israele dal nord e dal sud del paese.

Nella descrizione di Gog-Magog fatta da Ezechiele, l’attacco avviene contro Israele, che è l’oggetto dell’antagonista. Tuttavia, gli interessi commerciali dell’occidente e dell’Arabia Saudita vedono il conflitto come una minaccia ai loro interessi e al loro benessere. Nella descrizione di Gog-Magog fatta da Daniele (cioè i Re di Settentrione e Mezzogiorno che si muovono contro di “lui”), il bersaglio dell’antagonista è l’Anticristo. Da questo fatto possiamo dedurre che Israele e Anticristo debbano, in questa vicenda, essere accomunati in una sorta di “lega” o “patto”. È comprensibile che nella descrizione di Gog-Magog fatta da Ezechiele fosse Israele ad occupare l’attenzione del profeta, mentre Daniele tratta principalmente le potenze dei gentili e si focalizza di più sul Re Potente, l’Anticristo. È più “spiritualmente logico” in quanto Daniele allude alla formazione e alla conclusione di questo “patto” in vari passi (Daniele 9:27; 8:12-14; 11:22-24, 31-32) e l’Anticristo è il soggetto centrale del suo pensiero.

Daniele 11:40-43 rende ovvio il fatto che le nazioni citate in Ezechiele 38:39 sono le stesse da lui menzionate, con l’aggiunta dell’Egitto (Daniele 11:42-43. La Libia e l’Etiopia sono menzionate in Daniele 11:43 e in Ezechiele 38:5 e sono punti di unione fondamentali tra i due passi di Daniele 11 ed Ezechiele 38, come pure lo è il conflitto Gog-Magog, descritto da entrambi i profeti. Inoltre, tutti gli altri popoli belligeranti menzionati in Ezechiele 38-39:1-16, sono raggruppati nei gruppi dei Re del Settentrione e del Mezzogiorno di Daniele 11:40, n.d.a.). La velata allusione alle nazioni mercantili d’occidente (i “mercanti di Tarsis e tutti i suoi leoncelli”, il cui interesse sulla terra d’Israele è puramente di natura commerciale) che si offenderanno, insieme alle popolazioni della penisola dell’Arabia Saudita (Seba e Dedan – Ezechiele 38:13) e si rivolteranno contro le forze guidate da Gog. Da qui, la “casa divisa” si impegnerà nei suoi reciproci sforzi di distruzione.

Allo stesso modo, connesso ai mercanti di Tarsis e a tutti i suoi leoncelli, che si troveranno a contrastare Gog e i suoi, non è un poi un gran volo pindarico affermare che la loro avversione a Gog è assai simile a quella dell’Anticristo (il “re potente” di Daniele 11:16,36): “Al tempo della fine, il re del mezzogiorno si scontrerà con lui; il re del settentrione gli piomberà addosso come la tempesta, con carri e cavalieri e con molte navi; entrerà nei paesi invadendoli e passerà oltre. […] Egli stenderà la mano anche su diversi paesi, neppure l’Egitto scamperà. S’impadronirà dei tesori d’oro e d’argento e di tutte le cose preziose dell’Egitto. I Libi e gli Etiopi saranno al suo sèguito” (estratti da Daniele 11:40-45). Riteniamo che il soggetto di tutto questo passo sia il precedentemente menzionato Re Potente, l’Anticristo, che si troverà, insieme ai suoi alleati, in mezzo a questi avversari, come risultato (senza dubbio) del famoso trattato di “alleanza con la morte, il patto con il soggiorno dei morti”, così definito in Daniele 9:27; 11:22-24 e Isaia 28:15, 18).

L’usurpazione del potere da parte dell’Anticristo attraverso l’intrigo, l’inganno, le ricompense e le astuzie varie (Daniele 11:21-24: “un uomo spregevole”), lo porrà “nell’equazione religiosa” del Terzo Tempio negli ultimi giorni, e, come Antioco IV Epifane (prototipo dell’Anticristo) installò il suo Sommo Sacerdote (Giasone e poi Menelao, che lo fece deporre) attraverso l’uccisione del legittimo incaricato Onias III durante l’epoca maccabea (in tal modo acquistandosi il titolo di “principe del patto” – Daniele 11:22), allo stesso modo l’Anticristo, il falso messia, politicizzerà il Terzo Tempio fino a far si che si creda che la sua edificazione sia frutto del suo appoggio e della sua “ispirazione”, e giungerà “al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio” (2 Tessalonicesi 2:4).

Dopodiché, egli otterrà non solo la dissacrazione del futuro Santuario (poiché egli è destinato a “infrangere il trattato/patto di difesa” a metà della settantesima settimana di Daniele, dopo 1260 giorni circa – Daniele 9:27), ma il suo apparente assassinio da parte della milizia d’Israele (“la piaga mortale della prima bestia” – Apocalisse 13:3-4, 12) sarà uno scimmiottamento della risurrezione del vero Messia, Gesù, e una dissacrazione dello spirito umano (perché il diavolo entrò in Giuda quando commise l’odioso atto del tradimento, facendogli guadagnare il terribile soprannome di “figlio della perdizione” – Luca 22:3; Giovanni 17:12); esso rivelerà anche “l’uomo del peccato”, “l’empio” (2 Tessalonicesi 2:3, 8-9). Attraverso questa doppia dissacrazione egli si guadagnerà il titolo di “figlio della perdizione” (o della distruzione – 2 Tessalonicesi 2:3), perché sarà entrato nel “santuario dell’Anticristo” e si sarà trasformato nella Bestia (Apocalisse 11:7; 13:1-10; 17:3, 7-13; 19:19-20; Daniele 7:11, 21-22, 25; 8:11-14, 23-26; 9:27; 12:7-12), un essere privato della redenzione, senza nessuna speranza né volontà di comunione con l’Onnipotente (noi riteniamo che questa dissacrazione sia “l’abominazione della desolazione” o “trasgressione della desolazione” di cui si parla in Daniele 8:11-14; 9:27; 11:16, 32, 36-37; 12:11; Matteo 24:15; Marco 13:14; 2 Tessalonicesi 2:3-10). (Gesù conferisce chiaramente credibilità e futuristiche implicazioni “all’abominazione della desolazione” di Daniele, non è semplicemente un sentimento diffuso nel contesto dell’epoca maccabea.

Possiamo calcolare, inoltre, che dopo i 210 giorni (sette mesi di trenta giorni ciascuno in cui si “purificherà il paese” dopo Gog-Magog – Ezechiele 39:12) saremo entrati nel duecentocinquantesimo giorno (40 giorni di guerra Gog-Magog all’inizio della settantesima settimana + 210 giorni di purificazione). Abbiamo motivo di affermare che l’inizio della settantesima settimana di Daniele coincida con la Pasqua ebraica. Se è così, basta aggiungere i 250 giorni sul calendario ebraico all’Hanukkah/Festa delle Luci/Festa della Dedica (iniziata sotto la redenzione dei Maccabei e la loro consacrazione del tempio purificato), poi aggiungiamo ancora 1010 giorni, i giorni del “sacrificio” di Daniele 8:13-14, per arrivare alla metà della settantesima settimana, per un totale di 1260 giorni (250 + 1010).

E qui, a metà della settimana, ci sarà l’abominazione della desolazione (o, nel calendario ebraico, la Festa dei Tabernacoli/Festa delle Capanne). Ricordiamo che la guerra di Armageddon dovrà iniziare dal quarantunesimo giorno della settantesima settimana di Daniele, fino all’ultimo giorno della desolazione (1220 + 1290 = 2510 giorni). Ora, contando ulteriori 1290 giorni (30 giorni dopo la metà della settantesima settimana di Daniele), arriviamo all’ultimo giorno della desolazione (Daniele 12:12). Questo completa il problema del calcolo matematico, in cui dovrebbero esserci 2300 giorni di “sacrificio e desolazione” (Daniele 8:13-14), ossia 1010 giorni di sacrificio + 1290 giorni di desolazione. Sarà la Pasqua (la fine del secondo gruppo di 1260 giorni) il momento in cui i “due testimoni” saranno resuscitati dai morti (Apocalisse 11, la fine della settantesima settimana di Daniele), e dopo gli ultimi 30 giorni (il 1290esimo giorno) ci sarà l’apice della terza guerra profetica, la battaglia finale di Armageddon, il periodo noto come l’Ira dell’Agnello o l’Ira di Dio, che culminerà con il ritorno del Messia, la seconda venuta di Cristo (Apocalisse 19:11-21).

Da questi conflitti si genera sempre un “revival”.

Si deve tener presente che Dio è grazia e misericordia; Egli chiama al pentimento attraverso i “due testimoni” e, durante questi conflitti, vengono fatti una quantità di appelli di riconciliazione che noi abbiamo chiamato “revival”, che preparano la via del Signore. Troviamo questi appelli di salvezza e liberazione (rivolti al pentimento e alla riconciliazione) nei passi biblici secondo lo schema seguente:

ORACOLO DI DAMASCO
GUERRA GOG-MAGOG
BATTAGLIA DI ARMAGEDDON

“Anche lui sarà un residuo per il nostro Dio,
sarà come un capo in Giuda.”

(Zaccaria 9:7)

“Affinché le nazioni mi conoscano,
quando io mi santificherò in te sotto gli occhi loro, o Gog!”

Ezechiele 38:16

“In quel tempo, offerte saranno portate al Signore degli eserciti
dalla nazione dall’alta statura e dalla pelle lucida,
dal popolo temuto fin nelle regioni lontane,
dalla nazione potente che calpesta tutto,
il cui paese è solcato da fiumi:
saranno portate al luogo dov’è il nome del Signore degli eserciti,
sul monte Sion.”

(Isaia 18:7)

“In quel giorno, l’uomo volgerà lo sguardo verso il suo Creatore
e i suoi occhi guarderanno al Santo d’Israele;
non volgerà più lo sguardo verso gli altari,
opera delle sue mani;
non guarderà più a ciò che le sue dita hanno fatto,
agli idoli di Astarte e alle colonne solari.”

(Isaia 17:7-8)

“Così mostrerò la mia potenza e mi santificherò;
mi farò conoscere agli occhi di molte nazioni,
ed esse sapranno che io sono il Signore.”

(Ezechiele 38:23)

“«Io manifesterò la mia gloria fra le nazioni; tutte le nazioni vedranno il giudizio che io eseguirò e la mia mano che metterò su di loro. Da quel giorno in poi la casa d’Israele conoscerà che io sono il Signore, il suo Dio; le nazioni conosceranno che la casa d’Israele è stata deportata a causa della sua iniquità, perché mi era stata infedele; perciò io ho nascosto a loro la mia faccia e li ho dati in mano dei loro nemici; tutti quanti sono caduti di spada. Io li ho trattati secondo la loro impurità e secondo le loro trasgressioni, e ho nascosto loro la mia faccia». Perciò, così parla il Signore, Dio: «Ora io farò tornare Giacobbe dalla deportazione e avrò pietà di tutta la casa d’Israele, e sarò geloso del mio santo nome. Essi avranno finito di portare il loro disonore e la pena di tutte le infedeltà che hanno commesse contro di me, quando abiteranno al sicuro nel loro paese e non vi sarà più nessuno che li spaventi; quando li ricondurrò dai popoli e li raccoglierò dai paesi dei loro nemici, e mi santificherò in loro davanti a molte nazioni. Essi conosceranno che io sono il Signore, il loro Dio, quando, dopo averli fatti deportare fra le nazioni, li avrò raccolti nel loro paese e non lascerò là più nessuno di essi; non nasconderò più loro la mia faccia, perché avrò sparso il mio Spirito sulla casa d’Israele», dice il Signore, Dio.”

(Ezechiele 39:21-29)

“Farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo Israele,
e non lascerò più profanare il mio nome santo;
le nazioni conosceranno che io sono il Signore,
il Santo in Israele.”

(Ezechiele 39:7)

“C’è una folla, una moltitudine,
nella valle del Giudizio!
Perché il giorno del Signore è vicino,
nella valle del Giudizio.

[…] Il Signore ruggirà da Sion,
farà sentire la sua voce da Gerusalemme,
e i cieli e la terra tremeranno;
ma il Signore sarà un rifugio per il suo popolo,
una fortezza per i figli d’Israele.
«Voi saprete che io sono il Signore, il vostro Dio;
io dimoro in Sion, il mio monte santo;
e Gerusalemme sarà santa,
e gli stranieri non vi passeranno più».”

(Gioele 3:14, 16-17)

Conclusione

Possa Dio aprire i nostri occhi per vedere il Suo piano e il Suo pensiero per la storia. In tutte e tre le guerre c’è la preparazione di Israele all’incontro con il suo Messia, c’è la grazia, per le nazioni, di conoscere il Signore e c’è la purificazione del Suo popolo. A Lui, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, sia la gloria nei secoli dei secoli. Egli è degno di giudicare le nazioni, di regnare e governare sul trono di Davide, di ricompensare i Suoi servi e di reclamare la Sua eredità tra i santi!

“Io continuai a guardare e vidi collocare dei troni,

e un vegliardo sedersi.

La sua veste era bianca come la neve

e i capelli del suo capo erano simili a lana pura;

fiamme di fuoco erano il suo trono,

che aveva ruote di fuoco ardente.

Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza;

mille migliaia lo servivano,

diecimila miriadi gli stavano davanti.

Si tenne il giudizio e i libri furono aperti. […]

Io guardavo, nelle visioni notturne,

ed ecco venire sulle nuvole del cielo

uno simile a un figlio d’uomo;

egli giunse fino al vegliardo

e fu fatto avvicinare a lui;

gli furono dati dominio, gloria e regno,

perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero.

Il suo dominio è un dominio eterno

che non passerà,

e il suo regno è un regno

che non sarà distrutto”.

(Daniele 7:9-10, 13-14)

“Poi si terrà il giudizio

e gli sarà tolto il dominio;

verrà distrutto e annientato per sempre.

Allora il regno, il potere

e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli

saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo;

il suo regno è un regno eterno,

e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno”.

(Daniele 7:26-27)

 

http://www.sequenzaprofetica.org/2011/05/tre-guerre-profetiche-ii-parte/

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