L’incidente di Fukushima cambierà in futuro le fonti energetiche da impiegare per la produzione di energia elettrica.
La World Nuclear Association (WNA) ci fornisce preziose ed aggiornate informazioni ([1]) dalle quali possiamo partire per iniziare a ragionare sui possibili scenari futuri.
Questo grafico descrive l’evolversi, a livello mondiale, della percentuale di impiego dell’energia nucleare per produrre energia elettrica.
Un po’ di dati.
A livello mondiale attualmente ci sono 440 centrali nucleari operative, dislocate in 30 nazioni, che forniscono circa il 13,4% del fabbisogno mondiale di energia elettrica.Sono in costruzione circa 60 nuove centrali nucleari, pari a circa il 17% della capacità produttiva esistente.3. Sono in via di progettazione circa 150 centrali, equivalenti al 46% della capacità produttiva attuale.Ben 16 nazioni dipendono dall’energia nucleare per almeno il 25% del loro fabbisogno di energia elettrica: Armenia, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Corea del Sud, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina.A titolo di confronto, l’Italia dipende dal nucleare solo per il 10% del proprio fabbisogno di energia elettrica, importandola principalmente dalla Francia.
Sempre la WNA fornisce una tabella ([2]), aggiornata mensilmente, che riporta per ciascuna nazione, il dettaglio delle nuove centrali in pianificazione assieme al futuro fabbisogno di combustibile nucleare (non la riporto per motivi di spazio).
E’ ovvio che, conseguentemente all’incidente di Fukushima, i dati attualmente riportati nella suddetta tabella cambieranno considerevolmente (provate a darci un’occhiata nei prossimi mesi).
Lo confermano anche le notizie di questi ultimi giorni, provenienti dai leader politici di molti stati, sulla revisione della politica di impiego dell’energia nucleare.
Anche l’Europa ha deciso durante un recente meeting di “revisionare” (sottoporre a stress test…) molte delle sue centrali ([3]).
Per iniziare a ragionare sulla ricerca di risorse alternative al nucleare per la produzione di energia elettrica, l’OECD/IEA fornisce diverse serie storiche.
Questo grafico riassume l’evoluzione della percentuale di incidenza delle varie fonti energetiche per la produzione di energia elettrica ([4]).
Elencate per importanza sono ([5]):
carbone e assimilati(!);gas naturale;energia idroelettrica ([6]);energia nucleare;petrolio e combustibili oleosi;energie rinnovabili e riciclo rifiuti.Pare subito evidente il continuo aumento del fabbisogno mondiale di energia elettrica (non vi riporto il grafico con i dati aggiornati al 2009… perché non voglio farvi vedere l’incidenza della crisi economica… altrimenti dite che sul blog diamo solo dati negativi).
Inoltre, balzano subito agli occhi le cosiddette “energie rinnovabili” (sole, vento, geotermica, riciclo rifiuti) e la loro incidenza ancora irrisoria (!).
Poi, visto l’evoluzione del loro sviluppo nel corso degli decenni precedenti, difficilmente potranno sostituire il nucleare in breve periodo, specie entro il prossimo decennio.
Nella prossima parte provo a esporre gli scenari futuri possibili.
Lampo
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