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La scena finale
di Gavin Finley
Il popolo di Dio, nelle Scritture, non è solo uno spettatore. Esso è infatti descritto come una Donna promessa in sposa a Dio (Osea, Apocalisse 12). Il suo antagonista è il Dragone, che è Lucifero o Satana, e la Donna e il Dragone dovranno fronteggiarsi nella disputa finale degli ultimi tempi. Tale dramma degli ultimi tempi è stato visto perfino dai patriarchi migliaia di anni fa. Essi alzarono gli occhi verso il cielo notturno e videro la storia della redenzione rappresentata davanti ai loro occhi come un quadro formato dalle stelle e dalle costellazioni. La Donna, il popolo di Dio, fuggirà dinanzi al Dragone (Apocalisse 12, Michea 2:12-13) e, alla fine del millennio, il Dragone verrà gettato nello stagno di fuoco (Apocalisse 20).
Cosa darà inizio al “dramma” finale?
La risposta è semplice. Ci sarà una crisi globale che richiederà una gestione globale che, a sua volta, richiederà un gestore globale. Egli avrà bisogno ed esigerà di avere l’autorità di azione decisiva, come un uomo dotato di superpoteri o, in pratica, un uomo divino. Gli umanisti vedranno realizzati così i loro sogni, con l’unico inconveniente che così avranno anche rinnegato il vero Messia. E i loro sogni si trasformeranno in incubi.
Questo mondo non conosce un governo globale dai tempi dei romani, eppure un simile governo giungerà di certo. L’intermediario del potere otterrà una vasta e popolare accettazione in tutto il pianeta. Il pacificatore avrà bisogno di autorità per poter agire, dovrà ottenere i poteri supremi da parte delle nazioni del G7. Nel tempo della crisi, i paesi più importanti tenteranno tutti – senza successo – di gestire il problema cruciale della pace nel mondo. Ne consegue che questo futuro capo globale dovrà stipulare un accordo di condivisione del potere con le nazioni del G7, con Israele e con la chiesa, solo per fare alcuni nomi. Questo accordo, delineato per noi in Daniele 9:27 (“Egli stabilirà un patto con molti, per una settimana“) avrà un tempo limite di sette anni e il mondo arriverà a credere che egli sia l’unico in grado di svolgere questa impresa. Egli stabilirà anche e decreterà una nuova “religione globale” da affiancare al Nuovo Ordine, prendendosi una consorte prostituta. La comparsa di questa meretrice sarà l’inizio delle prove e delle tribolazioni per il popolo eletto di Dio durante la prima metà della settantesima settimana, gli ultimi sette anni di quest’era.
Se la “religione stabilita” deve essere preservata durante la prima metà della settantesima settimana, la chiesa meretrice siederà su una bestia con dieci corna. Lo scontro tra il Patto Eterno del Dio d’Abramo, Isacco e Giacobbe e i patti stipulati dagli uomini è inevitabile, è una incombente realtà futura che, alla fine, si manifesterà nella storia. La Bibbia ci dice come questo accadrà. Verrà il tempo dell’accordo di sette anni profetizzato in Daniele 9:27 e il dramma degli ultimi tempi si mostrerà come un impossibile triangolo amoroso tra il popolo di Dio (la Donna promessa in sposa a Lui) e due principi. Essa non potrà averli entrambi e loro si disporranno in guerra l’uno contro l’altro. La Donna dovrà sceglierne uno tra i due.
Questo periodo sarà un tempo di decisioni e lotte che comprenderà molte prove, tribolazioni e magnifici momenti di scoperta di se stessi. Come Gomer, moglie di Osea, circondata dalle spine, il popolo giudeo-cristiano di Dio giungerà infine al momento della scelta e in seguito, quando realizzerà di aver scelto il principe sbagliato, si troverà nella tribolazione. Questo è proprio quello che Mosè, nella Legge, ha detto che sarebbe accaduto (Deuteronomio 4:30, “nella tua angoscia, quando tutte queste cose ti saranno accadute, negli ultimi tempi, tornerai al SIGNORE, al tuo Dio, e darai ascolto alla sua voce”). Ebbene si, anche Mosè ha dato il suo contributo alla profezia degli ultimi tempi.
Dio porterà il Suo popolo, tutto quanto, in un luogo dove sarà costretto a fare una scelta tra Lui e i regni di questo mondo. Un periodo straordinario ci si para dinanzi. Lì, nella valle di Acor, uno speciale luogo spirituale, la chiesa “chiamata fuori” di Dio inizierà a ricordare quello stesso Dio che si è lasciata alle spalle. L’amnesia sarà sostituita dal ricordo del vero Sposo, l’Amato, Colui dal quale fu separata quando cominciò a vagare senza meta per questo mondo malvagio (Osea 2:14-23). E nella valle della decisione, il popolo di Dio si metterà a cercare la via verso Sion (Geremia 50:4-5). E quando gli eserciti si raduneranno nella piana di Armageddon e inizieranno a circondare Gerusalemme, tutta la nazione ebraica si troverà allo stremo. Solo allora ricorderanno Colui che hanno rigettato e grideranno a Lui nel loro pentimento. Egli risponderà, e in quel giorno essi ricorderanno il loro Messia, Colui che hanno trafitto, e troveranno in Lui la salvezza spirituale e nazionale (Zaccaria 12:7-13:1).
Quello che emerge da questo quadro è una gloriosa riunione di tutta la casa di Dio. Dio ricondurrà insieme tutti i suoi preziosi figli (Malachia 3:16) e questo sarà l’apogeo di una storia d’amore epica tra Dio e il Suo popolo, una immensa congregazione radunata da tutto il mondo e da tutte le case di Israele (Apocalisse 7). Che giorno sarà quello! L’alleanza tra Dio e l’uomo sarà restaurata e una fonte sgorgherà da Gerusalemme e la creazione inizierà di nuovo a conoscere la bellezza di un tempo. Questa è la gloria futura che ci è rivelata dalle profezie bibliche degli ultimi tempi.
Perché ci sarà la tribolazione? Dio è forse sleale? La verità è che noi stessi, chiesa di Dio, attiriamo su di noi la tribolazione. Pensiamo che possiamo fare il “doppio gioco” col nostro Dio ma Egli tiene in mano le nostre anime e la terra di Israele. Nonostante ciò crediamo di poter impunemente stipulare due accordi con due opposti padroni e continuare a vivere in pace come se niente fosse. Questa è follia.
La saggezza, nella figura di una donna, ci grida contro dalle strade, dalle porte e dalle piazze (Proverbi 1). Ci grida di volgerci dal nostro cammino di compromesso e scegliere il cammino della saggezza. Ma noi non ascoltiamo. (Proverbi 1:20-33). Il nostro vero principe è il Principe d’Israele, il Principe della Pace, perciò la nostra relazione spirituale deve essere stabilita nella santità con Lui e Lui soltanto.
Noi serviamo un Dio santo e abbiamo un compito primario a cui attenerci: è il patto che abbiamo col Dio d’Israele. Il Santo d’Israele si è incarnato per venire in questo mondo e il Suo nome è Gesù (Yeshua), il cui significato è “Salvatore”. Egli venne da noi come definitivo agnello sacrificale e ci ha fornito la salvezza mediante lo spargimento del Suo sangue, il sangue del patto eterno (Ebrei 13:20). Si certo, c’è un altro principe che deve venire, ma egli “non avrà riguardo al Dio dei suoi padri” (Daniele 11:37). Egli viene nel “suo stesso nome” (Giovanni 5:43). Questo principe del patto descritto in Daniele 9:27 è il falso messia che, in veste di pacificatore, radunerà le nazioni perché firmino il suo accordo di sette anni. Questo darà inizio all’ultima settimana, cioè sette anni, delle settanta settimane descritte in Daniele (Daniele 9:24-27). Egli verrà come uomo di pace, ma a metà di questi sette anni si rivelerà come l’anticristo, il figlio della perdizione.
Il nostro è un Dio d’amore che desidera riportare a sé il Suo popolo. Ma noi, il popolo giudeo-cristiano, siamo i soli responsabili di questo pasticcio, poiché siamo noi ad essere doppi e a credere di poter fare un patto con il cielo e con l’inferno allo stesso tempo. Quando questo accordo di Daniele 9:27 alla fine condurrà “all’abominazione della desolazione”, tre anni e mezzo dopo, a metà della settantesima settimana, il nostro angelo custode Michele si troverà a sua volta in una situazione senza uscita. Egli fronteggerà insieme al popolo di Dio la battaglia spirituale finale di questo tempo (Daniele 12:1). E come siamo noi coinvolti in questo fatto? Perché siamo stati proprio noi a liberare queste forze oscure. Gesù ha detto: “Quello che legherete e scioglierete sulla terra sarà legato e sciolto in cielo”. Abbiamo seminato vento e sta per giungere il momento in cui raccoglieremo tempesta. In mezzo a tutto questo, Dio sta chiamando fuori il Suo popolo perché torni a Lui. Egli non vuole “che alcuno perisca ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:9).
Come sempre siamo portati ad incolpare altri, perfino Dio, per le nostre disgrazie, ma la tribolazione che deve venire sarà colpa solo nostra! Mosè stesso lo dice nel suo Cantico: negli ultimi tempi vivremo nella prosperità e, come nel passato, ci allontaneremo dalla fede facendo compromessi e alleanze infedeli. Questo ci porterà alla tribolazione finale (Deuteronomio 4:30). Gesù ha detto le stesse cose nel discorso sul monte degli Olivi. Tutte queste profezie riguardano la chiesa come la nazione ebraica, perché noi, come olivi selvatici, siamo stati innestati nell’Olivo domestico di Israele (Romani 11). L’apostolo Paolo ha detto che: “Se siamo di Cristo siamo progenie di Abramo ed eredi secondo la promessa” (Galati 3:29). La nostra identità come cristiani nati di nuovo è la cittadinanza di Israele (Efesini 2:12-13). Così, Israele e la chiesa saranno posti nello stesso crogiolo degli ultimi tempi, come è stabilito dalle profezie bibliche, ed entrambi si sottoporranno al falso messia (Giovanni 5:43).
Questa è una verità sconvolgente, ma dobbiamo affrontarla. Gesù ci ha avvertiti del fatto che nessuno può servire due padroni (Matteo 6:24), eppure noi firmeremo questo accordo col falso messia. Ratificheremo l’accordo nella stessa maniera in cui fece la chiesa di stato quando i suoi capi sedettero con l’imperatore al Concilio di Nicea 325 d.C. Solo che stavolta il pretendente politico della chiesa, questo “principe”, non si dichiarerà affatto “difensore della fede”. Egli aspirerà al primato e avrà il potere, vorrà farci sedere con lui per firmare un accordo.
Come risponderemo?
Il potere, sia esso spirituale o temporale, porta con sé una enorme responsabilità. Si riceve il potere stringendo un accordo o un’alleanza con qualcuno che è più grande di noi. La chiesa di stato è, come Gomer, una donzella in pericolo, separata dal suo vero sposo e tutta sola. Così è diventata ossessionata dall’idea di trovare potere, protezione e sicurezza nei suoi innumerevoli amanti, i principati e le potestà di questo mondo. Il popolo della chiesa di Dio, come Gomer, ha scelto sempre dei campioni attraverso i quali ottenere la protezione politica e questi principi hanno da sempre intrapreso una guerra segreta contro il Principe d’Israele. Ma ora la trama si ispessisce. Con suo rincrescimento, Gomer sta scoprendo che il suo campione, il suo principe, si sta rivoltando contro il suo Dio giudeo-cristiano e contro di lei. Il suo principe, colui in cui ha avuto fiducia finora, sta diventando un rospo e Gomer si trova in pericolo (Osea; Apocalisse 12). Cosa farà adesso? Questa è la scena finale, il romanzo d’amore divino narrato dalla profezia degli ultimi tempi.
Molto pochi cristiani sono a conoscenza di questo dramma conclusivo. Pochissimi sono stati informati del vitale ruolo di testimoni che avranno quando la vicenda dei tempi giungerà al suo culmine e alla sua conclusione. Ma ora il sipario sta per alzarsi? Sappiamo tutti le nostre battute? Sappiamo quale sarà il nostro ruolo?
Questo tema di una donna separata dagli affetti che alla fine va alla ricerca del suo amato e promesso sposo, è la vicenda centrale del Cantico dei Cantici di Salomone. C’è un tema simile nel messaggio del Signore alla chiesa di Laodicea (Apocalisse 3:14-22). Gesù è alla porta e bussa: lei Gli aprirà e Lo lascerà entrare? Questa tematica è ricorrente in tutta la Bibbia ed è la base della vicenda, della scena finale. È uno straziante triangolo amoroso. Gomer, il popolo giudeo-cristiano, è dispersa là fuori e convive con i suoi amanti nel deserto. A parte la funzione domenicale, ha quasi del tutto dimenticato il suo principe e marito. La chiesa, vagabonda lontano dal suo Sposo, è diventata selvaggia, un ramo selvatico. Preferisce i suoi amanti terreni al Principe d’Israele, che le appare irreale ed etereo. Essa Lo percepisce ormai solo come un riflesso, un arazzo religioso, un vetro colorato. Non Lo conosce di persona e il cammino attraverso la fede e con la guida e la consolazione dello Spirito Santo è per lei, ormai, una realtà sconosciuta. Deve ancora conoscere davvero il suo promesso e non è ancora pronta a riporre la sua fiducia in Lui nel passaggio per questo mondo. Ma lo farà.
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Ora come ora Gomer è occupata, in questo mondo, con le sue alleanze: è una ragazza molto popolare. Le riunioni ecumeniche, la politica di destra e di sinistra, il potere economico e militare sono diventate le preoccupazioni di molti cristiani moderni. L’ossessione della chiesa col potere temporale è esattamente lo stesso di 900 anni fa, durante le crociate. La chiesa di stato ha lasciato il suo primo amore, la sua devozione verso il Dio di Israele è vaga e tenue. Come la Dama di Shalott, essa va ancora dietro al suo Lancillotto, è ossessionata da questo mondo. Così ha perduto la Parola di Dio. Nella scena finale il poeta la vede cantare il suo canto funebre mentre viene trasporta dal fiume verso la città di Camelot/Babilonia. È uno spettro imponente e spaventoso. Dio sta chiamando a sé il Suo popolo: risponderemo alla chiamata?
Come Israele a suo tempo, la chiesa è andata dietro ai suoi amanti. Perché? Perché è egoista proprio come gli stessi principi con cui si prostituisce. Non è un fatto nuovo. Le potenze del male sono un oscuro afrodisiaco spirituale per coloro che amano le cose di questo mondo. Il potere temporale è sempre stato e continua ad essere il maggior oggetto di devozione della chiesa di stato. È stato così da quando essa si è vista mettere sul piedistallo dall’imperatore Costantino nel Concilio di Nicea del 325 d.C.
Gli angeli oscuri che stavano dietro Roma e i poteri di questo mondo con cui la chiesa ha stretto alleanza non sono cristiani. Infatti sono anti-Israele e antisemiti e hanno anche una certa inclinazione per il sangue. Lo studioso cattolico romano James Carroll ha scritto un libro molto ben documentato su questo argomento dal titolo La Spada di Costantino (Constantine’s Sword, non ancora tradotto in italiano, n.d.t.).
La vicenda degli ultimi tempi vedrà la presentazione davanti al mondo spettatore di due principi
http://www.sequenzaprofetica.org/2011/05/la-profezia-biblica-sugli-ultimi-tempi-iv-parte/
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