Friday 12 August 2011

LE FESTIVITA’ DI ISRAELE e il compimento profetico

 

Il Signore è saggio e ci ha lasciato un’impronta indelebile da seguire, cioè la Sua volontà, e io e altri (come il caro fratello Gavin Finley) affermiamo che essa sia celata nel calendario delle festività di Israele, già compiuta nel Messia Gesù o ancora da compiersi o da rivisitare per rafforzare le implicazioni profetiche del nostro destino negli “ultimi giorni”. Possiamo anche avere un approccio diverso rispetto alle vicende e agli imperativi escatologici, ma, in ogni caso, più uno tiene stretti i suoi significati esegetici, comprendendo come il nostro Signore Gesù nel Vangelo di Giovanni e in altri passi del Nuovo Testamento abbia compiuto il Suo ministero proprio durante queste festività per sottolineare la Sua associazione profetica e spirituale con esse, più l’osservatore può realizzare l’incredibile tempestività dell’infallibile Parola di Dio per il nostro tempo.

Rimanere indifferenti e non esclamare: “Com’è grande il nostro Dio!”; dopo aver visto Cristo, il Messia, durante le feste e come esse testimonino dello straordinario significato profetico, sarebbe un insulto alla tabella cronologica divina e al “Custode del tempo”, il cui straordinario calendario numerologico mostra il giusto piano di Dio per l’umanità e la Sua eredità senza fine per i fedeli, sia in mezzo a Israele che alla chiesa.

Il dottor Finley ha fatto un lavoro magistrale sul compimento delle festività ebraiche in Gesù, il Cristo, ponendo i giorni delle feste di primavera come compiuti nella prima venuta del Messia: la Pasqua, gli Azzimi le Primizie (la crocifissione, il seppellimento e la resurrezione di Cristo) e poi la quarta festa più importante, la Pentecoste, 50 giorni dopo (cioè 49+1).

Le successive feste delle Trombe, dell’Espiazione e delle Capanne sono viste come ancora profeticamente incompiute.

Queste sette festività costituiscono le sette braccia della Menorah, dove il braccio centrale rappresenta la Pentecoste (Levitico 23). La settantesima settimana di Daniele, schiacciando totalmente l’Anticristo-Bestia nella battaglia per il tempio e, ipso facto, la festa della Dedicazione, a cui il Vangelo di Giovanni conferisce grande rilievo, deve essere inclusa nello schema profetico per dare significato escatologico alla conclusione spirituale del tempo. Io ho senz’altro incluso l’inizio del calendario civile della settimana finale del giudizio, ma il suo inizio è giustapposto all’ultima Pasqua del “calendario sacro” (l’ottava Pasqua della settantesima settima di Daniele, poiché essa inizia con una Pasqua), ma una volta che il conto alla rovescia e il giudizio delle nazioni ha inizio, il calendario è “capovolto” al suo “stato civile” e questo ci porta precisamente al giorno dell’Espiazione (6 mesi dopo la Pasqua), 75 giorni dopo il quale c’è la festa della Dedicazione in cui si compie Daniele 9:24 (cioè il tempo fissato “per ungere il luogo santissimo”, ovvero il tempio millenario, e per l’inizio del Regno del Re, il Figlio di Davide, “riguardo al tuo popolo e alla tua santa città” – Daniele 9:24).

Feste dell’Espiazione, delle Capanne e della Dedicazione.

L’apparizione di Gesù a Giovanni Battista, la cui data cade nell’ultimo giorno della festa dell’Espiazione, definisce chiaramente l’inizio del ministero di Gesù come “Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” nel giorno dell’espiazione finale.

La Sua apparizione alla festa delle Capanne (Giovanni 7:2-39) sottolinea l’imperativo divino di sequestrare la dimora dello Spirito della Promessa per far dimorare lo “spirito dell’uomo”; perché “«Fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato” (Giovanni 7:38:39) (lo “spirito dell’uomo” è la dimora dello Spirito Santo, vedi Giovanni 3:6).

Le Capanne, inoltre, come riporta il Vangelo di Giovanni, mettono in luce il futuro Anticristo “a metà della settimana” (cioè la settantesima settimana), nella nota Abominazione della Desolazione o Trasgressione della Desolazione (Daniele 12:11; 8:13); inoltre, la credibilità che Gesù dà alla profezia di Daniele in Matteo 24:15 e Marco 13:14, dove il Figlio della Perdizione, l’Uomo di Peccato, è rivelato “fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio” (2 Tessalonicesi 2:3-4). Questo non solo rappresenta la dissacrazione del terzo tempio ricostruito nella Gerusalemme attuale, e l’inizio delle “desolazioni” portate dal Devastatore (Daniele 8:13; 9:27; 12:11), ma la somma desolazione dello spirito umano. Così come “Satana entrò in Giuda” (Luca 22:3), non entrerà forse quell’Empio nel “tempio del suo corpo” (confronta Giovanni 2:19-21), dove commetterà l’atto con cui l’Anticristo diventerà il Figlio della Distruzione/Perdizione e sarà chiamato “la Bestia”? Due templi sono in evidenza qui. La dissacrazione di un terzo tempio ricostruito, che abbiamo calcolato avverrà a metà della settimana al momento della festa delle Capanne. Certo, Satana ha commesso l’atto più atroce dell’universo, la Trasgressione della Desolazione nel tempio di Gerusalemme e l’Abominazione della Desolazione nello spirito dell’uomo, divenendo la Bestia, totalmente assorbito in se stesso, la cui “essenza più interna” è divenuta del tutto corrotta e distrutta.

Infine, c’è l’apparizione di Gesù alla festa della Dedicazione (cioè l’Hanukkah, Giovanni 10:22-39), in cui Egli proclama la Sua deità in quanto Figlio di Dio, per cui gli ebrei si adirarono dicendo: “Perché tu, che sei uomo, ti fai Dio” (Giovanni 10:33). È la festa della Dedicazione, che riapparirà nel duecentocinquantesimo giorno della settantesima settimana di Daniele (perché 250 giorni separano la Pasqua dalla festa della Dedicazione nel calendario ebraico), con la Pasqua posta all’inizio della settimana. Il terzo tempio di Gerusalemme, insieme al paese, dopo la guerra Gog-Magog, conoscerà “sette mesi” di “purificazione” (Ezechiele 39:12), o 7×30=210 giorni +40 giorni = 250 giorni precedenti la festa della Dedicazione (la seconda festa di dedicazione del tempio). Questo costituirà senz’altro un affronto per l’Anticristo, il quale più tardi, alla festa delle Capanne, dichiarerà la sua “divinità” a “metà della settimana”. In ogni caso, anche se nella dissacrazione, verrà comunque poi celebrata la terza e ultima festa della Dedicazione, alla fine dei 75 giorni, in cui il “luogo santissimo” sarà unto (Daniele 9:24), nel momento in cui il calendario ebraico civile pone l’inizio (poiché passano 75 giorni tra il Giorno dell’Espiazione e la festa della Dedicazione) del giorno dell’Espiazione (l’Ira dell’Agnello sulle potenze mondiali dei gentili, le nazioni).

Così, vediamo che le feste dell’Espiazione, della Dedicazione e delle Capanne giocano tutte un ruolo importante nella settantesima settimana di Daniele, nei suoi successivi e ulteriori 75 giorni e nel futuro Regno millenario del Figlio di Davide sulla terra da Gerusalemme.

La seconda venuta di Cristo, la fine del 1290esimo giorno, “nessuno conosce il giorno né l’ora”.

Una straordinaria scoperta è stata fatta, un meraviglioso evento finora non incluso nelle feste profetiche di Israele. Questo “giorno” (cioè la seconda venuta del Messia o Cristo) è stato tenuto nascosto. Certo, “quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo […] Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà […] Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà” (Matteo 24:36, 42, 44). Perché mai questo “giorno” è scelto e celato solo dal Signore? Rappresenta senz’altro la Sua seconda venuta, la Sua riapparizione fisica su questa terra, confermata da Atti 1:7, 10-11.

Egli rispose loro: «Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità» … E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo»” (Atti 1:7, 10-11).

E il Signore ci ammonisce:

L’aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? […] L’aspetto della terra e del cielo sapete riconoscerlo; come mai non sapete riconoscere questo tempo?” (Matteo 16:3; Luca 12:56).

Siamo chiamati a “discernere i segni dei tempi”, eppure non sappiamo “il giorno o l’ora” in cui il nostro Signore verrà. Abbiamo detto poco fa che quel giorno non è mai stato nel calendario delle feste di Israele perché esso non ha mai avuto luogo prima di oggi. Ma avrà luogo, e questo avverrà alla fine delle “desolazioni” (al 1290esimo giorno, Daniele 12:11) e all’inizio dei 45 giorni di “beatitudine” durante la “cena delle Nozze dell’Agnello”, in cui Israele e la chiesa siederanno alla tavola con il loro fratello Giuseppe (Genesi 43-45) che si rivelerà a loro nella Sua pienezza, quando “guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito” (Zaccaria 12:10).

Questa scena è l’archetipo della “cena delle Nozze dell’Agnello” che avrà luogo all’inizio della Sua venuta sulla terra “con tutti i santi” (Giuda 14-15; Apocalisse 19:11-21), così come il “grande banchetto di Dio” rappresenta il culmine dell’ultimo giorno delle desolazioni; e le “Nozze dell’Agnello” hanno inizio perché “Babilonia la grande è caduta” e “sono giunte le Nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata […] Beati [questa preziosa parola ricorre anche in Daniele 12:12, all’inizio dei 45 giorni di “beatitudine”] quelli che sono invitati alla cena delle Nozze dell’Agnello” (Apocalisse 19:7-9). E poi “Beato e santo è colui che partecipa alla prima resurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni” (Apocalisse 20:6).

“Nessuno conosce il giorno né l’ora” perché questa grande festa non ha mai avuto luogo, così viene di proposito dimenticata nell’ambito del calendario ebraico durante i 75 giorni successivi alla fine della settantesima settimana di Daniele (Daniele 12:11-12). Certo, il giorno dell’Espiazione è l’inizio dei 30 giorni (l’Ira dell’Agnello), gli ultimi 30 giorni delle desolazioni in cui le sette coppe dell’ira sono riversate sulla terra (Apocalisse 16), culminanti nel giudizio finale di Babilonia (Apocalisse 16:19). Il Re dei re che viene può avvertire l’umanità, legata alle cose della terra, della Sua immediata apparizione in quel “giorno sconosciuto”: “Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna” (Apocalisse 16:15). Ora sappiamo perché queste parole di Gesù sono poste in questo punto dell’Apocalisse, appena prima della Sua seconda venuta e l’annuncio della distruzione di Babilonia. Tutto ha a che fare con quel meraviglioso, ma ancora sconosciuto, giorno di festa: le Nozze dell’Agnello, per cui “la sposa si è preparata”; e tutti i santi di tutte le generazioni, inclusi quelli di entrambi i Testamenti biblici, e soprattutto quelli noti come “santi della tribolazione”, saranno presenti alle Nozze.

No, due banchetti non si possono tenere in contemporanea. Il “grande banchetto di Dio”, o anche il “banchetto del sacrificio” (Ezechiele 39:19), ha luogo durante i 30 giorni finali delle desolazioni, e alla sua fine, all’inizio dei 45 giorni di “beatitudine”, inizierà la “cena delle Nozze dell’Agnello”. Ma durante i 30 giorni di desolazione e Ira dell’Agnello, i santi della tribolazione, insieme a tutti i giusti da Adamo in poi, saranno fatti risorgere (cioè alla fine della settantesima settimana di Daniele o alla fine dei tre giorni e mezzo di “persecuzione” dei due Testimoni – Apocalisse 11:9-12; 11:2; 12:17 e Daniele 12:1-2a). Ma cosa avviene ai santi durante questi 30 giorni di Ira dell’Agnello o giudizio riservato ai terrestri?

Sarà il tempo del Bema, il Tribunale di Cristo, in cui saranno distribuiti i “premi” ai fedeli e, purtroppo, per coloro la cui opera non è stata altro che “legno, fieno, paglia”, essa sarà arsa (1 Corinzi 3:12). Allora “l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno” (1 Corinzi 3:13). Così, due giudizi avranno luogo in contemporanea: il Bema per i santi e l’Ira dell’Agnello per la Bestia, il Falso Profeta e l’umanità che avrà seguito l’Empio e “ricevuto il suo marchio”, “adorato l’immagine della Bestia” e si sarà sottoposta al “numero dei suo nome”.

Douglas Bookman e il Tribunale di Cristo.

L’articolo di Douglas Bookman pubblicato in Israel My Glory per gli Amici di Israele (luglio-agosto 2001, pp. 11-13), individua il tempo preciso in cui avrà luogo quello che è chiamato il “Tribunale di Cristo”, cioè il Bema.

“Cristo giudicherà i vivi e i morti alla Sua apparizione (2 Timoteo 4:1; cfr. Matteo 16:27; Luca 14:14; 1 Corinzi 15:23; Apocalisse 22:12). Più specificatamente, Apocalisse 19:8 indica che, quando Gesù scenderà in gloria alla fine del periodo della tribolazione [cioè alla fine dei 30 giorni delle desolazioni, n.d.a.], la Sua Sposa (la chiesa) avrà già ricevuto la sua ricompensa [non durante la settantesima settimana ma alla sua fine, n.d.a.]. Nella frase ‘le opere giuste dei santi’ vediamo l’uso del plurale ad indicare le azioni giuste commesse dai santi, non riferito alla giustizia in sé ma agli elementi della vita e del servizio dei credenti che Dio proverà con il fuoco perché siano trovati accettabili, elementi con cui la Sposa si adornerà nella sua marcia trionfale alle nozze. Da qui concludiamo che il Tribunale di Cristo (il Bema) avrà luogo nei cieli nel momento tra il Rapimento dei santi (1 Tessalonicesi 4:13-18) e la discesa del Signore Gesù in gloria (Apocalisse 19:11-21) [cioè durante i 30 giorni dell’Ira dell’Agnello, n.d.a.]”.

Beati quelli che sono invitati alla cena delle Nozze dell’Agnello” (Apocalisse 19:9).

I 30 giorni di desolazione, questo “grande banchetto di Dio”, non sono mai apparsi nel calendario delle festività ebraiche, così com’è per l’inizio della cena delle Nozze dell’Agnello. Durante i 75 giorni sul calendario civile ebraico, la fine dei 30 giorni di desolazione (fino al 1290esimo giorno) e l’inizio della cena delle Nozze dell’Agnello – la gloriosa venuta del Messia di Israele – l’inizio dei 45 giorni fino all’unzione del luogo santissimo e all’inizio del Regno millenario del Figlio di Davide, la Dedicazione finale del tempio millenario – il settantacinquesimo giorno (di nuovo, tra l’Espiazione e la festa della Dedicazione passano precisamente 75 giorni) ci saranno due giudizi, due banchetti (uno segnerà la fine dei 30 giorni del grande banchetto di Dio e uno darà inizio ai 45 giorni della cena delle Nozze dell’Agnello) che saranno segnati da allora nel calendario delle feste ebraiche. Perché? Perché allora sapremo il “giorno” in cui segnarli!

Vi consiglio caldamente di leggere la breve, ma incisiva, esposizione di Douglas Bookman sul “Tribunale di Cristo”, il cui proposito è ricompensare della loro fedeltà i servi del Signore con corone e altri premi. Qui “la Sua sposa si è preparata”. Il giudizio del “grande trono bianco” di Apocalisse 20:11-15, è invece il tribunale degli “ingiusti” e degli “empi”, e non ha nulla a che vedere con il Bema, e avrà luogo alla fine del millennio, prima dell’eternità (eschaton) e dell’apparizione del capolavoro di Dio, la Città Santa, Gerusalemme (Apocalisse 21; 22:1-5).

Le nozze dell’Agnello, la cena delle Nozze dell’Agnello e “la sposa, la moglie dell’Agnello”.

Di nuovo, questo “giorno”, assente dal calendario delle festività ebraiche, inizia con i 45 giorni di “beatitudine” alla venuta del Messia sulla terra. Ma un’interessantissima distinzione ha luogo durante i 30 giorni dei due simultanei giudizi, cioè il Bema per tutti i credenti della storia umana e “l’ora del Suo giudizio … il grande tino dell’ira di Dio” (Apocalisse 14:7-19). Mentre in cielo, quando “l’inferno sarà liberato sulla terra”, i santi, che vestiranno in abiti bianchi simboleggianti le loro giuste opere, non solo riceveranno i loro premi, le loro corone e vedranno i loro fallimenti, ma andranno a costituire le “Nozze dell’Agnello”.

La nozione che questa “Sposa” (Apocalisse 19:7: “la sua sposa si è preparata”) non sia altro che l’insieme dei santi dell’età della chiesa è erronea. Questa “Sposa” è la stessa vista in Apocalisse 21:9: “Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello” oppure “Vieni e ti mostrerò la donna, la sposa dell’Agnello”. C’è solo una resurrezione dei giusti prima dell’Ira dell’Agnello, ed è ridicolo parlare di molteplici risurrezioni per quanto riguarda la “Moglie”: cioè la resurrezione dei santi dell’Antico Testamento e, alla fine, la resurrezione dei cosiddetti “santi della tribolazione” che sarebbe in qualche modo una resurrezione separata da quella dei santi del Nuovo Testamento. Sfortunatamente, Tommy Ice e il nostro caro fratello Arnold Fruchtenbaum, hanno fatto degli sforzi notevoli per separare i santi dell’Antico Testamento dai santi della tribolazione della settantesima settimana di Daniele, escludendoli dalla “sposa, la moglie dell’Agnello” che, essi affermano, sarebbe costituita solo dalla chiesa del Nuovo Testamento (cioè l’era della chiesa). Senza volere, essi hanno diminuito la Sposa dell’Agnello! Comunque, sono nel giusto ad affermare che le “Nozze dell’Agnello” sono separate dalla “cena delle Nozze dell’Agnello”.

“Anche se le Nozze dell’Agnello con la Sua Sposa (la chiesa) e la cena delle Nozze dell’Agnello sono strettamente connesse, esse rappresentano due eventi separati, così come ai nostri giorni il matrimonio e il ricevimento nuziale sono eventi distinti. Infatti, spesso questi due eventi vengono tenuti in luoghi separati, così come le Nozze dell’Agnello saranno celebrate in cielo appena prima della seconda venuta (Apocalisse 19), mentre la cena delle Nozze dell’Agnello inizierà con l’inizio del millennio. Forse alcuni sono confusi e non riescono a vedere la distinzione perché il termine nozze è utilizzato in riferimento ad entrambi gli eventi. Confrontando le Scritture con le Scritture e distinguendo gli elementi che cambiano, appare chiaro che si tratta di due eventi separati. La cosa più importante da considerare per tutti è sapere se essi saranno invitati alla cena delle Nozze dell’Agnello”.

Noi suggeriremmo che la cosa più importante sia invece sapere da “cosa” sia di fatto costituita la Sposa dell’Agnello, non chi sia invitato alla cena delle Nozze dell’Agnello. Allo stesso modo, il “cielo” menzionato da Ice e Fruchtenbaum, è posto durante la settantesima settimana di Daniele (cioè essi presentano un quadro di Rapimento precedente alla Tribolazione). La loro “cena delle nozze dell’Agnello” è prematura, avviene durante i 45 giorni di Daniele 12:12, con l’unzione del luogo santissimo (Daniele 9:24) il giorno della festa della Dedicazione alla fine dei 45 giorni, inizio ufficiale del Regno millenario. Potremmo convenire che il Bema sia immediatamente seguito dalla cerimonia di Nozze, entrambi all’interno dei 30 giorni e dell’inizio dei 45 giorni in cui si terrà la cena delle Nozze. Comunque, è certo che non siamo d’accordo con la tortuosa esegesi secondo cui i santi della tribolazione e i santi dell’Antico Testamento, per non parlare dei santi da Adamo ad Abramo, sarebbero in qualche modo esclusi dalle Nozze dell’Agnello. Così afferma Tommy Ice:

“È a questo punto che molti cristiani di oggi confondono le ‘Nozze dell’Agnello’ con la ‘cena delle Nozze dell’Agnello’. Ma questi sono due eventi separati che avvengono in due diversi momenti nelle storia. Apocalisse 19:9 dice: ‘Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello’. Questo passo anticipa chiaramente un evento futuro nel tempo. Non si può riferire a nessuno nel cielo poiché la chiesa (la sposa) è l’unica entità redenta nei cieli. Comunque, dopo la seconda venuta, quando i credenti di tutte le età saranno risorti (Daniele 12:2) insieme ai santi della tribolazione sia viventi che risorti (Apocalisse 20:4), essi saranno invitati come ospiti a questa cena. Io credo che la cena delle Nozze si terrà nella prima parte del Regno millenario di Cristo”.

Noterei qui che “l’unica entità redenta nei cieli” durante la settantesima settimana di Daniele a cui allude il fratello Ice, non è solo il corpo dei cosiddetti “santi rapiti prima della tribolazione” dell’era della chiesa, poiché leggiamo, in Apocalisse 7:9, di “una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano” (e questi eventi accadono certamente all’interno dell’ultima settimana). Più tardi scopriamo che “sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello”. Se questa moltitudine non si trova in cielo (“davanti al trono e davanti all’Agnello”), allora io non ho idea di dove si trovi il cielo! Inoltre, essi “sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sul trono stenderà la sua tenda su di loro” (Apocalisse 7:9, 14-15). Infine, tutto questo viene descritto subito dopo la dichiarazione dei “monti e le rocce”: “Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?” (Apocalisse 6:16-17), cioè l’inizio dei 30 giorni dell’Ira dell’Agnello.

Questa gloriosa e celestiale scena dei santi, specialmente i santi della tribolazione, risulta diminuita nell’interpretazione di Arnold Fruchtenbaum, in cui essi possono partecipare alla “cena delle Nozze dell’Agnello” ma sono esclusi dalla cerimonia delle “Nozze dell’Agnello” stesse (“sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata” – Apocalisse 19:7). Sia Ice che Fruchtenbaum ammettono che questo evento delle Nozze ha luogo prima della cena nuziale, all’inizio dei 45 giorni e nel cielo, nientemeno, dove sono stati radunati tutti i santi della tribolazione.

“Fruchtenbaum dice: Quindi, le ‘moltitudini’ che sono invitate a partecipare alla cena delle Nozze sulla terra sono tutti i santi dell’Antico Testamento e della tribolazione, fatti risorgere dopo la seconda venuta [cioè: ‘essi regneranno con Lui mille anni’, Apocalisse 20:6, n.d.a.]. Mentre la cerimonia delle Nozze avrà luogo in cielo appena prima della seconda venuta, la cena è l’evento che invece dà inizio al Regno millenario o messianico; la chiesa regnante insieme al Messia darà inizio allora ad una meravigliosa festa” (tratto da: Marriage Supper of the Lamb, Dr. Thomas Ice – Pre-Trib Research Center).

L’unico problema nel separare i santi della tribolazione e quelli dell’Antico Testamento dalla cerimonia di Nozze della “Sposa dell’Agnello” precedente la “cena delle Nozze dell’Agnello” è il fatto, non da poco, che la loro resurrezione avviene durante la prima resurrezione (come se ci fossero due diverse resurrezioni dei giusti):

Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni” (Apocalisse 20:4-6).

Cos’è più importante: essere invitati alle nozze o essere la sposa al ricevimento?

Le molteplici resurrezioni dei giusti, date per certe nell’arzigogolata esposizione di questi cari fratelli sono, dunque, a discapito della Moglie dell’Agnello, la Sua Sposa, la cui ultima descrizione dà per certo che sia Israele che la chiesa siano presenti in essa:

Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello […] Aveva delle mura grandi e alte; aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli. Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele […] Le mura della città avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli dell’Agnello” (Apocalisse 21:9, 12, 14).

Chiaramente, la Moglie dell’Agnello, la Sposa, è costituita da Israele e la chiesa, con i “santi della tribolazione” come sua parte integrante; certo, se si escludono i santi dell’Antico Testamento e quelli della tribolazione, si diminuisce la Sposa, la Moglie dell’Agnello!

Inoltre, come si può interpretare la frase “di lino fino” secondo quanto fa il dottor Ice?

“Dopo aver superato il Tribunale di Cristo, la Sposa viene rivestita di lino fino che, dice Apocalisse 19:8, rappresenta ‘le opere giuste dei santi’. È così che ‘la Sua sposa si è preparata’” (Ibid.).

È forse il “lino” dei santi della tribolazione, o di quelli di tutto l’Antico Testamento, meno “fino” di quello dei santi della chiesa del Nuovo Testamento dall’inizio a oggi? Separare i “lini” è una mossa molto azzardata. Negare, nell’ambito dello stesso corpo della Sua Unica Sposa, i fedelissimi che “hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte” (cioè i santi della tribolazione) (Apocalisse 12:11); è un terribile errore. Che differenza c’è, infatti, tra “vestiti di bianche vesti” e “vestiti di lino fino”?

Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano […] «Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?» […] «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello»” (Apocalisse 7:9, 14).

Allo stesso modo, il fare “distinzione” tra i servi del Signore (dopo aver escluso i santi dell’Antico Testamento e della tribolazione da coloro che sono rientrati nel Corpo Unico durante l’era della chiesa) è un’azione che sottintende una pericolosa “discriminazione spirituale”. Ma non sono questi servi radunati anch’essi da tutte le nazioni e le epoche dopo il giudizio di Babilonia (soprattutto coloro che hanno sofferto la grande persecuzione durante la settantesima settimana profetica di Daniele)? E non costituiscono essi, forse, la folla di servi di Apocalisse 19:5? E non sono forse essi che, attraverso tutte le epoche, hanno il diritto di gridare i quattro “Alleluia!” di Apocalisse 19:1, 3, 4 e 6? Non sono essi la Città Santa (Apocalisse 11:2) che è stata perseguitata da Babilonia la Grande attraverso tutte le generazioni?

E dissero una seconda volta: «Alleluia! Il suo fumo sale per i secoli dei secoli!» […] Dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi» [enfatizzando le caratteristiche di coloro che sono “divinamente inclusi” nel numero dei servitori, n.d.a.]. Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo [noi, Suoi servi] e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi»” (Apocalisse 19:3, 5-8).

Infine, udiamo le parole riguardanti i santi della tribolazione, che attendono sotto il quinto sigillo:

Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?». E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro” (Apocalisse 6:9-11).

Cari fratelli, “il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli” include tutta la chiesa fino ad oggi, i santi della tribolazione e i santi da Adamo alla Pentecoste! Essi sono la Sposa dell’Agnello, essi si sono preparati per le Nozze ed essi saranno presenti lì così come discenderanno sulla terra come gli “eserciti che sono nel cielo” che “lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro” (Apocalisse 19:14).

Che cosa indegna escludere Adamo, Noè, Mosè, Giosuè, Raab, Debora, Abramo, Sara, Isacco, Israele, Giuseppe e tutti i suoi fratelli, Geremia, Isaia, Samuele, Daniele, Rut, Ester, Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, i profeti, “poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare” di tutti coloro che “sono morti nella fede”. E questi dovrebbero essere esclusi e messi in una resurrezione di seconda mano? Assurdo! Certo: “Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi” (Ebrei 11:40).

Tutto questo, per concludere che questo glorioso ed imminente giorno di festa, la cena delle Nozze dell’Agnello, non ha mai avuto una “data” precisa nel calendario delle festività di Israele; ma l’avrà.

L’eccezionale lavoro “post-tribolazionistico” di David Flynn.

Il lavoro da me svolto sulle festività di Israele è stato realizzato separatamente dal lavoro che ha svolto il dottor Finley. Quando mi imbattei negli sforzi del dottor Finley, rimasi davvero meravigliato e felice di vedere tante conferme del fatto che “siamo sulla strada giusta”. Poi, con mio grande stupore, mi sono imbattuto a mia volta nel lavoro di David Flynn, uno stretto collaboratore di Steve Quayle e Tom Horn. Fui particolarmente colpito dal fatto che i nostri calcoli fossero, per la maggior parte, identici, eppure i nostri lavori non erano mai stati messi a confronto in nessun modo. Flynn, nonostante faccia dei calcoli, non elabora nel dettaglio, comunque, i due simultanei giudizi che hanno luogo durante i primi 30 dei “75 giorni di Daniele”, né i 45 giorni della cena delle Nozze dell’Agnello in cui “nessuno conosce il giorno né l’ora” della venuta del Figlio dell’Uomo.

Io ho, inavvertitamente, ampliato lo straordinario lavoro di Flynn all’insaputa l’uno dell’altro, per grazia di Dio! Le nostre conclusioni sono molto simili, ma va ribadito che io ho solamente ampliato le sue scoperte: entrambi, credo, siamo stati guidati dallo Spirito Santo verso queste conclusioni. Di certo, se lo Spirito Santo ha potuto lavorare allo stesso modo in Martin Lutero e Zwingli senza che tra essi vi fosse alcun contatto prima del loro incontro al Colloquio di Marburg, allora lo stesso Spirito è al lavoro anche oggi tra i fratelli!

“Sappiamo la durata dell’Abominazione delle Desolazione, 1290 giorni, e che essa comincerà esattamente a metà dei sette anni. Dopo sette anni, a 30 giorni dalla firma del patto, la desolazione termina, e quello deve essere il punto da cui contare a ritroso 2300 giorni. Se il periodo della desolazione, 1290 giorni, è sottratto alla durata combinata di desolazione e sacrificio, 2300 giorni, ci sono 1010 giorni dall’inizio del sacrificio alla sua interruzione. Il periodo del sacrificio del tempio dura 1010 giorni fino al giorno in cui l’Anticristo terminerà il sacrificio quotidiano e installerà l’Abominazione, a metà esatta dei sette anni di patto, il 1260esimo giorno.

“In base alla cronologia di Daniele, questo lascia 250 giorni dall’inizio del patto di sette anni fino all’inizio del sacrificio quotidiano svolto dai sacerdoti leviti. Va detto questo, una volta che sarà firmato il patto che permetterà di ricominciare i sacrifici a Gerusalemme, passerà quasi un anno (cioè 250 giorni) prima che il pubblico veda realmente il sacrificio svolgersi. Perché dovrebbero esserci 250 giorni tra il patto che permetterà il sacrificio e la celebrazione del sacrificio stesso?

“Ci sono esattamente 250 giorni tra la Pasqua ebraica, il 14° giorno del mese di Nisan, e la festa della Dedicazione (Hanukkah), il 25° giorno del mese di Kislev, nell’anno solare.

“La tipologia della festività ricorda la Pasqua, il 14 Nisan, nel primo mese dell’anno religioso, come la data più verosimile per la stipulazione di un patto che ristabilisca il sacrificio al tempio. Anche se il trattato di Pasqua permetterà l’inizio del regolare sacrificio, i leviti non potranno salire sulla collina del tempio fino al 10° giorno del mese di Tishri, il giorno dell’Espiazione, per poter effettuare le necessarie cerimonie di purificazione in base alla legge mosaica. Va ricordato che questa zona è stata contaminata dal tempo della caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., e durante le crociate la collina del tempio è stata usata di fatto come una discarica”.

Nota dell’autore: L’osservazione di Flynn riguardo alle “necessarie cerimonie di purificazione” nel giorno dell’Espiazione – che ricorre all’incirca dopo 180 giorni dalla Pasqua, inizio della settantesima settimana di Daniele – è un’osservazione assai credibile relativa alle sacre pratiche di purificazione degli ebrei.

“Anche dopo che la zona sarà purificata e preparata dai sacerdoti, il sacrificio quotidiano a Dio sulla collina del tempio non inizierà subito ad aver luogo. Un simile evento, il primo sacrificio nel tempio di Israele dopo millenni, avrà luogo più appropriatamente durante la festa della Dedicazione o Hanukkah, così come fece Giuda Maccabeo l’ultima volta che il tempio venne dedicato. Questa festività cade esattamente dopo 250 giorni dalla Pasqua. Ci si deve meravigliare del fedele resoconto scritto che Daniele ha fatto della profezia da lui ricevuta: non è così strano che egli non comprendesse la festa dell’Hanukkah, dato che essa non esisteva ancora ai suoi tempi! Se il patto dell’Anticristo inizia a Pasqua nel primo mese del calendario religioso ebraico, allora, in base a Daniele, 1260 giorni dopo, tre anni e mezzo a metà dei sette anni di trattato, esso sarà infranto durante la festa delle Capanne (il 15 Tishri), nel primo mese del calendari civile ebraico.

“Dopo che l’Abominazione della Desolazione ha inizio a metà del trattato, la profezia di Daniele dice che la rivendicazione del tempio non avviene prima dei successivi 1290 giorni. Poi viene detto a Daniele di attendere la ‘beatitudine’ 1335 giorni dopo la metà del trattato. Questo aggiunge altri 45 giorni alla fine dei 7 anni+30giorni.

“Se l’anno religioso e quello civile sono sovrapposti, in modo che la Pasqua in aprile e il giorno dell’Espiazione inizino insieme, ci sono 75 giorni che si contano dalla fine dei 7 anni di trattato. Ora, 75 giorni è lo stesso tempo che intercorre tra il giorno dell’Espiazione, quando il sommo sacerdote entra nel luogo santissimo, e la festa della Dedicazione, o Hanukkah.

“Sette anni dopo l’inizio del patto dell’Anticristo, 2520 giorni dopo la firma, è di nuovo Pasqua. La profezia ci dice che Gesù ritornerà in quel giorno, alla fine della battaglia di Armageddon (Zaccaria 14:4), sul monte degli Olivi.

“Se il patto dell’Anticristo inizia a Pasqua nel primo mese dell’anno religioso ebraico, allora 1260 giorni dopo, a metà del trattato, esso sarà infranto la sera di inizio della festa delle Capanne (14 Tishri) nel primo mese dell’anno civile ebraico” (tratto da: David Flynn, A Study of Israel’s Feasts Days in Relation to End Time Prophecy, Watcher Website).

Apparentemente, quello che noi abbiamo fatto è rettificare che la seconda venuta del Messia ha luogo dopo, e non prima, i 30 giorni, quindi, non a Pasqua, per terminare i 1290 giorni assegnati alla desolazione in Daniele 12:11. Si, la venuta del Messia avviene dopo Armageddon (Zaccaria 14:4), ma essa non ha luogo “finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore” (Daniele 9:27); o, “dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e stabilita l’Abominazione della Desolazione, passeranno 1290 giorni” (cioè, ancora, 30 giorni dopo la conclusione della seconda metà della settimana, o il 1260esimo giorno della seconda metà della settimana). Quindi, questi 30 giorni sono ancora inclusi nella desolazione, ma sono specificamente destinati allo scatenamento dell’Ira dell’Agnello, dopo cui c’è la seconda venuta di Cristo e i 45 giorni della cena delle Nozze dell’Agnello e, infine, la gloriosa unzione del luogo santissimo come compimento del tempio millenario di Ezechiele (Daniele 9:24). Armageddon, dunque, si estende anche ai 30 giorni finali di desolazione.

Il ritorno del Messia è un giorno sconosciuto, poiché “nessuno sa il giorno né l’ora”, e non è mai stato posto nel calendario delle feste di Israele (cioè la fine dei 30 giorni di desolazione e l’inizio dei 45 giorni di “beatitudine”). In senso strettamente teologico ed escatologico, il riconoscimento del Messia da parte di Israele (“Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!»” – Matteo 23:39) ha un significato così pregnante che deve essere considerato tra i più importanti giorni festivi, l’ottava festività; e 8 è il numero della resurrezione. Certamente, poiché il giorno è ignoto, ne consegue che “il grande e terribile giorno del Signore” (Gioele 2:30-31) sia stato, per la grazia di Dio, stabilito profeticamente nelle Scritture.

Il Suo ritorno avverrà alla fine della desolazione e all’inizio dei 45 giorni di “beatitudine” o “cena delle Nozze dell’Agnello”, una festività completamente nuova, e non a Pasqua (perché i 75 giorni, come ipotizza giustamente Flynn, iniziano il giorno dell’Espiazione, dato che i calendari delle feste ebraiche religiose e civili sono stati sovrapposti), dunque la Pasqua non può essere compresa nella sua nuova sequenza di festività in cui essa – poiché giunge nell’ultimo giorno del calendario religioso ebraico alla conclusione dei 1260 giorni della seconda metà della settimana di Daniele – non riappare nei 75 giorni. Egli ha correttamente sovrapposto il “calendario civile” ponendolo come l’inizio del giudizio di Dio sulle nazioni; di conseguenza, la Pasqua giunge sei mesi dopo il giorno (del calendario civile) dell’Espiazione, e l’Espiazione giunge a sua volta dopo 75 giorni dalla festa della Dedicazione. Ma noi abbiamo sempre i 30 giorni di desolazione con cui dobbiamo fare i conti: forse non ho ben capito Flynn, ma sembra che su questo punto ci sia stato uno sfasamento.

La Pasqua segna l’inizio della settantesima settimana di Daniele – poiché il coinvolgimento dell’Anticristo è una contraffazione dell’opera del Messia – ma la Pasqua segna anche la conclusione della settimana. Diamo ora una sistemazione ai 30 giorni di estensione della desolazione, dell’Ira dell’Agnello e del Bema o Tribunale di Cristo (una simultanea seduta di “giudizi”: una nei cieli per tutti i credenti di tutte le età passati attraverso la prima e unica resurrezione – Apocalisse 20:4-6 – e il Rapimento nell’ottava Pasqua, la conclusione della settantesima settimana; l’altra riservata agli ingiusti e agli empi, nota come Ira dell’Agnello).

In breve: la Pasqua non può verificarsi di nuovo tra l’Espiazione e la Dedicazione (e io so che questo non è ciò che dice Flynn, il quale però rimane con questi 30 giorni di desolazione e ne conclude che il ritorno del Signore debba avvenire alla fine di questi 30 giorni, non alla fine dell’ottava Pasqua o degli ultimi 1260 giorni della seconda metà della settimana). Gli altri 30 giorni di desolazione rovinano i calcoli di Flynn, a meno che essi non siano necessari per distruggere i malvagi, la Bestia e il Falso Profeta, come farà il Principe di Pace, il Re dei re e Signore dei signori, quando “sarà manifestato l’empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta” (2 Tessalonicesi 2:8). Ma questo non suona come se dovesse necessitare di 30 giorni di tempo per accadere! In altre parole: quando il Messia verrà, la fine della desolazione sarà immediata.

L’ambiguità che circonda le conclusioni di Flynn riguardo i 75 giorni tra l’Espiazione e l’Hanukkah è comprensibile (cioè, egli è relativamente oscuro riguardo a ciò che avrà luogo tra questi due momenti); comunque, nonostante tutto, il suo lavoro è superlativo e fa onore all’intervento del Signore negli affari dell’umanità alla fine dei tempi. Inoltre, è uno sforzo post-tribolazionistico monumentale, che merita la nostra ammirazione, mentre allo stesso tempo prepara il popolo di Dio per la sua ultima testimonianza negli “ultimi tempi”.

di Doug Krieger © The Tribulation Network - Pubblicazione a cura di Sequenza Profetica

 

http://www.sequenzaprofetica.org/2011/08/le-festivita-di-israele-e-il-compimento-profetico/

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